La Nuova Sardegna

Sassari

«Mio fratello ucciso per la seconda volta»

di Luca Fiori
«Mio fratello ucciso per la seconda volta»

Sorso, Pinuccia Delogu contesta duramente la riduzione della pena a Sabrina Glino: «A Giovannino nessuno ha mai fatto sconti»

05 novembre 2017
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SORSO. «Giovannino è stato ucciso per la seconda volta, anzi per la terza, perché quando cinque anni fa è stato accoltellato come un cane davanti a tutti nella piazza principale di Sorso mio fratello era già da un pezzo un uomo morto».

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Non si dà pace Pinuccia Delogu, 60 anni, trapiantata a Como dal 1974 ma ancora profondamente legata al paese della Romangia in cui la sera del 21 ottobre del 2012 si è consumata la tragedia che le ha portato via un fratello che lei considerava come un figlio.

Pochi giorni fa i giudici della corte d’assise d’appello di Cagliari hanno ridotto da 14 anni e 8 mesi a otto anni di reclusione la condanna a Sabrina Glino, la 45enne sassarese accusata di omicidio volontario per aver inferto una coltellata mortale a Delogu davanti agli occhi dei carabinieri intervenuti per sedare una rissa nata tra l’uomo e la donna per futili motivi. La sentenza della corte d’assise d’appello di Sassari era stata annullata a dicembre dello scorso anno dalla Cassazione che aveva accolto il ricorso degli avvocati Marco Palmieri ed Elena Casula e del procuratore generale Sergio De Nicola e rinviato per un nuovo giudizio alla corte d’assise di appello di Cagliari. I difensori di Sabrina Glino avevano presentato tre consulenze psichiatriche che avevano confermato uno stato di parziale incapacità dell’imputata e sostenuto la tesi della provocazione.

«Giovannino era già morto venti anni prima che lo uccidessero in piazza Bonfigli - racconta in lacrime la sorella - lavorava a Firenze come operaio e 20 anni fa venne investito insieme a un amico da un giovane che risultò drogato e ubriaco. L’amico morì sul colpo, mentre mio fratello rimase un anno in coma - aggiunge la donna - l’investitore se la cavò con la sospensione della patente per tre mesi».

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Uscito dal coma Giovannino Delogu dovette affrontare decina di interventi chirurgici, ma non tornò mai la persona di un tempo. «Non era più lui - spiega Pinuccia Delogu - io l’ho accudito per anni come un figlio, poi tornò a Sorso ma la maggior parte della gente non lo accettò. So che lo prendevano in giro e se si ribellava dicevano che era un violento. Ma Giovannino - continua la sorella - era solo una persona che aveva bisogno di aiuto. Grazie alla riduzione della pena chi lo ha ucciso senza una ragione tra poco uscirà dal carcere - conclude la donna - ma a Giovannino nessuno ha mai fatto sconti».

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