La Nuova Sardegna

Sassari

La torre meteo cade in 3 secondi

di Luigi Soriga
La torre meteo cade in 3 secondi

Centrale di Fiume Santo: senza intoppi la demolizione con esplosivo del traliccio di 100 metri

08 novembre 2017
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SASSARI. È solo il primo step di una lunga serie di demolizioni che andranno avanti per diversi mesi nella centrale termoelettrica di Fiume Santo. Si chiama piano di decommisioning dei gruppi 1 e 2 a olio combustibile. Le vecchie linee di produzione hanno lasciato il posto agli impianti a carbone. Ieri, alle 14,30, è caduta giù la torre meteo in ferro alta cento metri. I tecnici della ditta Tecnomine che opera per conto del Gruppo EP, durante la mattina hanno installato le micro cariche detonanti ai piedi della struttura. Innescata l’esplosione, all’enorme torre è mancata la base d’appoggio, e si è ribaltata franando al suolo in meno di tre secondi. Una sequenza impressionante: il collasso della struttura si è potuto vedere a chilometri di distanza. Ma le operazioni si sono svolte totale controllo da un punto di vista della sicurezza. Il punto di impatto era previsto, ed era localizzato in un’area priva di qualsiasi costruzione, nella parte opposta rispetto agli impianti vicini. La zona era stata sgomberata e anche gli accessi alla centrale sia da terra che dal mare erano stati blindati.

È solo la prima fase di un cronoprogramma di demolizioni e relative bonifiche molto fitte. Per ora le attività svolte dalla Ep sono queste: rimozione delle fibre, la demolizione degli edifici logistici e quella dei condotti fumo e di due precipitatore elettrostatico. Inoltre sono stati rasi al suolo alcuni sistemi ausiliari (evaporatori) presenti nell’area dei Gruppi 1 e 2 e la pulizia delle vasche fanghi. Sono invece in corso le demolizioni della sala macchine e a breve inizierà anche la pulizia dei serbatoi dell’olio combustibile e delle linee di alimentazione dei due gruppi.

Poi ci sarà la parte più delicata delle demolizioni, ovvero quelle che interesseranno la ciminiera di calcestruzzo alta 150 metri e le caldaie del vecchio impianto a olio combustibile. In questo caso la possibilità di dispersione di materiali inquinanti, trattandosi di una struttura carica di fuliggine e soggetta a sgretolamento, è molto superiore rispetto a una torre metallica. Ecco perché la scelta di utilizzare le micro-cariche di esplosivo ha sollevato un enorme polverone prima ancora della detonazione vera e propria. Ma la relazione tecnica della Ep ha convinto l’Arpas, la Regione e il Ministero, e il destino della ciminiera è ormai segnato: il 9 febbraio 2018 verranno posizionate le micro-cariche alla base, e la struttura collasserà su se stessa. Una serie di precauzioni in fase di esplosione, che circoscriveranno i danni solo a piccole porzioni di calcestruzzo, col solo scopo di compromettere la stabilità della torre. Al resto del lavoro ci penserà la legge di gravità.

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