La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, scritte nel centro storico: «I nostri figli offesi con parole di odio»

di Luca Fiori
Sassari, scritte nel centro storico: «I nostri figli offesi con parole di odio»

Joseph Azuka, rappresentante della comunità nigeriana: «Via quelle vergognose scritte dai muri, le leggono i bambini»

09 novembre 2017
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SASSARI. «Cancellate quelle scritte vergognose dai muri del centro storico, quando tornano a casa da scuola i nostri bambini ci chiedono il motivo di tanto odio nei nostri confronti e non sappiamo più cosa rispondere».

È addolorato e chiede aiuto al Comune e alle forze dell’ordine Joseph Azuka - rappresentante della comunità nigeriana in città, ma ormai cittadino sassarese da quasi vent’anni - dopo la comparsa di una ventina di scritte razziste e minacce di morte sui muri del centro storico, concentrate nella zona di Sant'Apollinare. Una delle scritte del sedicente “Gruppo reazionario sassarese” è indirizzata alla assessora ai servizi sociali Monica Spanedda, colpevole di essere intervenuta i giorni scorsi a difesa delle politiche di integrazione del Comune relative ai richiedenti asilo, sottolineando come, passata la fase emergenziale, fosse arrivato il momento di dedicarsi alla vera integrazione.

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«È doloroso, oltre che inquietante - spiega Joseph Azuka - vedere i muri della città che mi ha accolto quasi 20 anni fa imbrattati da squallide frasi inneggianti all’odio razziale. Non è giustificabile un simile comportamento - aggiunge Joseph - sia in quanto è inammissibile lo sfregio di una facciata, sia ancor più perché si denigra una intera razza, un popolo che sempre ha lavorato per favorire l’integrazione, che si è dato regole e che le regole le ha sempre rispettate. Parliamo di uomini e di donne che hanno sempre cercato di non urtare la sensibilità di coloro che li vedevano semplicemente come neri di un popolo - continua il rappresentante dei nigeriani - che ha sempre cercato il dialogo».

Joseph Azuka, ha un’attività commerciale al Corso, conosce bene la zona ed è consapevole del fatto che esista un problema di spaccio, ma non accetta generalizzazioni. «Intervengano le forze dell’ordine - spiega -ma non è giusto accusare tutti i nigeriani di essere spacciatori. Capisco anche che quando hanno aperto i centri di accoglienza una moltitudine di persone si è riversata per le vie del centro - prosegue Joseph - ma anche da costoro, la comunità nigeriana ha preteso il rispetto delle regole. Purtroppo una gestione sconsiderata dei centri ha inevitabilmente portato al collasso alcune criticità. Mai e poi mai comunque mi arrenderò dal perseguire la migliore integrazione razziale mettendomi a disposizione delle autorità - conclude Joseph - e auspicando una fattiva collaborazione, con l’unico scopo di rendere la nostra meravigliosa Sassari una città pulita e vivibile».
 

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