La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, una speranza lunga 18 chilometri di coste

di Salvatore Santoni
Sorso, una speranza lunga 18 chilometri di coste

Sabbia sottile, falesie, acqua turchese e pinete sconfinate: un tesoro mai davvero messo a frutto

19 novembre 2017
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SORSO. Diciotto chilometri di sabbia sottile e falesie a picco sul mare, nove sbocchi a pochi metri dalla battigia e una pineta sconfinata. E ancora, una zona umida tutelata dalla Ue con uccelli rari che nidificano a due passi dai bagnanti. Sono soltanto alcune delle potenzialità che Sorso offre ai visitatori. Tratti distintivi con un alto potenziale per mettere le ali alla vocazione turistica del territorio che in Romangia viene invocata da decenni. Prima di tutto, per i sorsensi estate fa rima con Marina e il resto viene dopo. Basti pensare alla numerazione delle discese a mare, che sono nove e cominciano col primo pettine del lido Iride.

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I sorsensi non hanno mai digerito questa cosa, tant’è che cominciano a numerare partendo dalla Marina: il primo pettine diventa quindi la prima discesa a destra (direzione Castelsardo) – che in realtà è già la settima discesa – e quello che c’è prima della Marina diventa quasi roba dei sassaresi. Quella parte dove, a partire dagli anni 50’, le ruspe e il cemento iniziarono a ingurgitare i paesaggi incantati delle dune di sabbia per costruire una strategia mirata alle esigenze abitativo-balneari, che oggi appare invece come una zavorra per il decollo turistico-ricettivo del territorio. Gli anziani hanno ancora davanti agli occhi i paesaggi con dune di sabbia alte trenta metri e panorami vergini, una natura selvaggia e incontaminata che oggi sarebbe una manna per attirare le nuove forme di turismo esperenziale, ultimamente in cima alle richieste di un bel segmento di mercato. La grande scommessa turistica di Sorso passa dal recupero del lido Iride, dal Piano di utilizzo del litorale (Pul) e dai 9 milioni di euro finanziati dalla Regione per la riqualificazione di Platamona. Un progetto che interessa gran parte della fascia costiera e, anche se tocca il nervo scoperto del taglio dei parcheggi, segna un cambio di passo rispetto al passato.

Un sacrificio di fruibilità necessario per aiutare la natura a riprendersi i propri spazi, dopo che per decenni è stata soggiogata a logiche poco ambientaliste. E se il nuovo look di Platamona sarà di impulso a liberare le potenzialità della vocazione turistica del territorio è facile dirlo: i cantieri termineranno entro la prossima estate.


 

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