La Nuova Sardegna

Sassari

La politica in Sardegna ancora solo al maschile

Giacomo Mameli
Rossella Pinna, Anna Maria Busia, Daniela Forma e Alessandra Zedda: le 4 consigliere regionali sarde
Rossella Pinna, Anna Maria Busia, Daniela Forma e Alessandra Zedda: le 4 consigliere regionali sarde

Solo quattro consigliere regionali su 60: un misero e umiliante 6,7 per cento

20 novembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





La politica, sostantivo decisamente femminile (lasciamo il Fondo monetario con Cristine Lagarde, o Angela Merkel e Teresa May nei loro Paesi d'Oltralpe), resta prepotemente in mano ai maschi. Soprattutto in Italia, Isole comprese. Le senatrici - nel BelPaese che fu - sono 86 su 315 (27.3 per cento con un aumento sulla precedente legislatura del 46 per cento). Le deputate sono 198 su 630 pari al 31.4 (incremento sul 2013 del 33.3). In Sardegna, la terra di Eleonora D'Arborea e Grazia Deledda, siamo nel regno autonomo-sovranista-indipendentista dei gamberi con quattro consigliere regionali su sessanta (e tutte laureate). La percentuale? Un misero, umiliante, deprimente 6,7 per cento. Ma la società, il mondo, non è quasi esattamente diviso in due tra i sessi? Perché la politica al maschile (ma anche l'imprenditoria, le professioni) devono fare l'asso pigliatutto? Quando ci saranno i ricorsi di genere? Anche per queste considerazioni, l'incontro che ieri si è svolto nel paese più alto della Sardegna in una giornata di sole quasi primaverile, può essere inserito tra i pochi fatti nuovi (e beneauguranti) dell'isola-palude.

Per la prima volta si sono incontrate le donne-sindache. Ai piedi del Bruncu Spina e del Convento dei Martiri erano trentadue, da Carbonia ad Arborea, da Villamassargia a Pula, da Loceri a Cossoine, quasi tutte under quaranta, quasi tutte con livelli di istruzione superiore. Nell'isola dei nuraghi le sindache sono oggi 56 su 377 Comuni, un risicato 14,85 per cento. Certo, meglio di quanto avviene nell'aula del Consiglio regionale di via Roma dove incontrastato regna el hombre. Per dar valore aggiunto al summit rosa era presente Maria Carmen Freixa, presidente dell’associazione che raggruppa i piccoli Comuni della Catalogna, sindaca di un paese di duecento abitanti. Tutta l'Europa è paese. Il tema di Fonni - promosso dall'associazione Maria Carta, dal progetto Freemos e dall'amministrazione comunale - era quello dello spopolamento che ancora non ha avuto un dibattito, un'intera sessione nella inconcludente aula cagliaritana di via Roma dove si pensa ancora spudoratamente al voto segreto per lasciare il “potere” in mano ai soliti noti di sesso maschile. Dal dibattito sono emerse voci nuove, fresche, nessuna frase fatta, nulla di ripetitivo, di già sentito, sono state rispettate grammatica e sintassi. La sindaca di Fonni ha detto che “ci si deve occupare più delle persone che delle opere pubbliche”, degli appalti che sono un tutt'uno con le mazzette, con un modo di agire untuoso.

Le donne che si sono alternate al microfono hanno invocato “più scuole, banche, uffici postali, servizi, una capillare assistenza sanitaria nei nostri paesi che invecchiano, una rete viaria efficiente, trasporti rinnovati del tutto, più spazio alle attività culturali”. Più che di cemento armato si è parlato di opere sociali. E la sindaca di Villa San Pietro (che governa il problema opposto allo spopolamento) vorrebbe che la sua comunità trovasse “coesione fra residenti storici e nuovi arrivati”. Nessuna (hanno chiuso le studiose Maria Antonietta Mongiu e Antonietta Mazzette) si è sognata di proporre la ricetta magica, perché ci sono temi demografici, la scarsa natalità, le condizioni sociali mutate, le migrazioni in atto. Ma tutte hanno chiesto un esame, un progetto. Ha aperto l'incontro un coro femminile. La bella voce solista, Giovannina Coinu, prima del concerto leggeva un articolo sulla presidente della Camera Laura Boldrini che per un giorno (e non solo per il tema delle violenze sessuali) vuol riempire di donne l'aula di Montecitorio. “I primi da sensibilizzare sono gli uomini. Politici e non”. Perché serve un cambio di passo. Una svolta. A Fonni è sembrato di coglierla. Sindache con un livello di concretezza superiore a quello dei loro colleghi. Sindache nuova classe dirigente? Magari. Una fonnese doc, ultraottantenne, ha commentato: “ 'Ustas picioccas ana allutu sa lu'e”, queste ragazze hanno acceso la luce. Letto, approvato, sottoscritto.

In Primo Piano
Elezioni comunali 

Ad Alghero prove in corso di campo larghissimo, ma i pentastellati frenano

Le nostre iniziative