La Nuova Sardegna

Sassari

Figli divisi mentre attendono il verdetto

Figli divisi mentre attendono il verdetto

Tre femmine e un maschio, solo due hanno perdonato il padre: «Ma non lo giustificheremo mai»

22 novembre 2017
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SASSARI. Il fuoco stava ancora divorando Anna, quando era arrivata una delle figlie della coppia. Era stato il padre a chiamarla al telefono: le aveva detto «vieni a vedere tua madre che brucia». La ragazza si era precipitata, aveva riconosciuto la donna dalle scarpe ed era scappata via in auto. Era stata lei a dare l’allarme. Subito dopo a Trunconi era arrivata un’altra figlia. Il padre quando l’aveva vista aveva controllato che nell’auto con lei non ci fosse la nipotina di 6 anni, non voleva che vedesse la scena agghiacciante. Alla figlia che gli chiese: «Cosa hai fatto?», lui rispose: «Quello che mi ha costretto a fare tua madre».

La “colpa” di Anna era stata quella di voler lasciare un marito violento. La “colpa” di Anna era stata quella di passare dalle parole ai fatti, decidendo, quel giorno maledetto, di andare da un avvocato per cominciare finalmente il suo percorso di liberazione.

Di fronte a un dramma tanto grande chi può dire quale debba essere la giusta reazione di un figlio? Un figlio deve perdonare o deve condannare? Nessuno può saperlo e nessuno può giudicare.

Ieri mattina i quattro figli della coppia erano tutti in aula, e poi nel corridoio in attesa della sentenza. Ma erano divisi. Un fratello e una sorella da una parte, le altre due sorelle dall’altra. Non si sono parlati, nemmeno guardati.

I primi due vanno a trovare il padre in cella: «Lo hanno perdonato ma non giustificheranno mai ciò che ha fatto» dice l’avvocato Doppiu Anfossi. Le altre due invece non hanno più voluto vedere Nicola Amadu, l’uomo che ha strappato loro la mamma, per sempre. Al termine del processo si sono allontanate con il pubblico ministero Paolo Piras: «È fatta», ha detto una delle due. Sottintendendo il termine giustizia. «Giustizia è fatta». (na.co.)

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