La Nuova Sardegna

Sassari

Il crossodromo era in regola assolto il titolare

SASSARI. Tutto regolare nel crossodrmo della Landrigga. Nessun abuso edilizio, nessun disturbo della quiete pubblica, tanto meno immissioni di polveri e gas. Così ha stabilito il giudice Antonietta...

23 novembre 2017
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SASSARI. Tutto regolare nel crossodrmo della Landrigga. Nessun abuso edilizio, nessun disturbo della quiete pubblica, tanto meno immissioni di polveri e gas. Così ha stabilito il giudice Antonietta Crobu che – accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Francesco Era – ha assolto «perché il fatto non sussiste» Antonio Maria Cubeddu, titolare della struttura.

I reati ipotizzati dalla Procura della Repubblica di Sassari erano l’illecito urbanistico edilizio («per aver realizzato una trasformazione edilizia in assenza di permesso di costruire comunale») e l’inquinamento acustico. Per questo motivo il Corpo forestale e di vigilanza ambientale aveva sequestrato il terreno. Nella pista intitolata a Fabrizio Cubeddu (giovane sassarese scomparso qualche tempo fa) secondo la Procura erano stati compiuti abusi edilizi lungo il percorso di oltre seicento metri, in un’area complessiva di circa tre ettari. I sigilli erano stati apposti anche per presunto disturbo della quiete pubblica dopo le segnalazioni fatte da alcune persone che abitavano vicino al crossodromo e che più volte, anche in passato, si erano lamentate del rumore eccessivo.

«Le uniche opere realizzate riguardavano dei trampolini artificiali provvisori in terra vegetale collocati al di sopra dei campi di calcio e baseball preesistenti – ha precisato in aula l’avvocato Era – ma senza modificare o trasformare l’area né da un punto di vista urbanistico e neppure per quanto riguarda la destinazione sportiva, già contemplata peraltro anche nello strumento urbanistico». Ottenuto il dissequestro, nel crossodromo furono eliminati i trampolini e fu ripristinata la situazione iniziale «in attesa di chiarire la posizione amministrativa con il Comune – ha detto il legale nella discussione – nonostante i proprietari già nel 2010 avessero manifestato l’intenzione di adibire la struttura alla pratica di motocross, sport diverso rispetto a quello iniziale. I Cubeddu, come risulta dagli atti, avevano ottenuto risposta positiva dall’amministrazione alla quale avevano precisato che l’attività era privata, senza finalità di lucro e che rispettava tutte le condizioni richieste dalla normativa e dal Comune anche da un punto di vista delle immissioni sonore». Così aveva anche confermato una perizia che è stat poi allegata agli atti del giudizio. (na.co.)

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