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Sassari

Protesta a Sassari: «L’Ats non si cura di nostro figlio»

Protesta a Sassari: «L’Ats non si cura di nostro figlio»

Sit in dei genitori di un autistico per l’inserimento in un centro

25 novembre 2017
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SASSARI. Antonio ha 19 anni, è autistico, vive a Usini, e da quando ha concluso le scuole superiori è in attesa di essere inserito in una struttura adeguata in cui apprendere un lavoro e mettere a frutto una delle sue principali abilità, che è quella del disegno. Ma i mesi passano e lui è costretto a stare a casa, nonostante una ordinanza del tribunale gli abbia dato ragione. Ieri i genitori di Antonio sono scesi in piazza chiamando in causa la Ats, che non ha ancora adempiuto agli obblighi imposti dal giudice, e i suoi ritardi nel dare risposte al ragazzo e a tanti altri che come lui vivono la stessa situazione. In piazza Fiume, vicino alla sede dell’Azienda tutela della salute, Maria Grazia Pinna e Gian Marco Canopoli hanno espresso la loro rabbia nel veder negato al figlio un diritto. Non vogliono più subire le lentezze burocratiche e hanno chiesto, esponendo uno striscione con l’immagine sorridente di Antonio, di avere giustizia, annunciando nuove azioni legali per il rispetto della pronuncia del giudice.

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«Perché dopo il diploma nostro figlio potesse continuare il suo percorso di cura e formazione ci siamo mossi per tempo – dicono –. Già dal settembre dell’anno scorso, abbiamo avviato la procedura all’Unità di valutazione territoriale dell’Asl per l’ingresso di Antonio in una struttura riabilitativa di inserimento socio lavorativo, in regime semiresidenziale, indicando come preferenza, l’Opera Gesù Nazareno. Il ragazzo è stato ritenuto idoneo e l’inserimento veniva dato come certo a conclusione dell’anno scolastico». Sembrava tutto a posto. Ma ecco che «nessuno risponde più alla nostra richiesta sui tempi di accesso del ragazzo alla Gena, poi veniamo a sapere informalmente da quest’ultima che ci sono problemi», dicono i genitori. Si arriva a giugno 2017 e la famiglia, incarica l’avvocato Pierluigi Olivieri per ottenere una risposta ufficiale. Ma ecco la sorpresa: l’Opera Gesù Nazareno non può più accogliere Antonio, ma lo ha messo in lista di attesa con altri 26.

«Il fatto è che la Gena ha un numero di posti limitati accreditati dalla Regione e nonostante abbia chiesto di ampliarli, da un anno attende una risposta da Cagliari», spiega Gian Marco Canopoli. Allora il legale della famiglia si rivolge al giudice del lavoro, competente in materia di sanità, chiedendo un provvedimento di urgenza perché il ragazzo autistico sia assegnato a un centro adeguato. In giudizio l’Ats propone la Fondazione San Giovanni Battista di Ploaghe come alternativa. Ma secondo i genitori non è quella la struttura adatta. Il giudice accoglie il ricorso, e anche se non si pronuncia su quale istituzione debba occuparsi di Antonio, ordina all’Ats e al Comune di Usini, al quale spetta pagare la quota di assistenza di provvedere immediatamente a trovare la soluzione, anche in considerazione del fatto che il giovane subirebbe un danno dalla prolungata mancanza di inserimento. Ma siamo al 21 novembre e Antonio, mentre i genitori erano al sit in , era a casa dalla nonna. Antonio Brundu, sindaco di Usini, ieri stava a fianco ai genitori.

«Noi faremo la nostra parte quando sapremo a chi dover erogare la retta, ma questa vicenda mette in luce la carenza di strutture di accoglienza, a cui deve essere posto rimedio». Era presente anche Manuel Alivesi, consigliere comunale di Forza Italia. che ha presentato un’interpellanza al sindaco di Sassari proprio sulla necessità di sollecitare a Regione e Ats un incremento del numero di strutture socio riabilitative nel territorio.

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