La Nuova Sardegna

Sassari

Due cani avvelenati a San Lorenzo: scatta un nuovo allarme

di Barbara Mastino
Due cani avvelenati a San Lorenzo: scatta un nuovo allarme

Uccisi i meticci mascotte del rione. Presentata una denuncia L’associazione Orme: «Fenomeno in crescita, atto vigliacco» 

29 novembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





OZIERI. È ancora allarme per i cani avvelenati a Ozieri, con due recenti casi segnalati nel rione di San Lorenzo. I piccoli animali rimasti uccisi, presumibilmente da bocconi avvelenati, sono Marieddu, qualche settimana fa, e Nocciolina, pochissimi giorni fa: due allegri cagnolini che erano stati adottati dai residenti del quartiere, che scorrazzavano tra le campagne e le scuderie e che, per la loro indole e la loro stazza, non potevano sicuramente arrecare danno al bestiame.

Una mano crudele li ha avvelenati, ma i residenti non sono stati a guardare: una denuncia contro ignoti per uccisione di animali è stata depositata sabato scorso dopo la morte di Nocciolina. Non sono casi isolati, come detto, ma cose che accadono di continuo a Ozieri, dal centro storico alle periferie sino ai rioni dell’agro. Qualche mese fa nell’unione delle due piazze erano stati segnalati casi di gatti avvelenati, mentre poco più di un mese fa a San Nicola erano state rinvenute bustine vuote di veleno per topi e un cane era stato salvato per miracolo dalla sua padrona mentre stava per ingerire un esca avvelenata. Situazioni generalizzate, purtroppo, create da chi non tiene minimamente in conto il pericolo che il veleno può costituire non solo per gli animali ma anche per i bambini e che forse ignora che l’uccisione consapevole degli animali costituisce un reato penale.

Lo spiega Federica Canu, presidente della neonata associazione animalista Orme Onlus che si è fatta carico della denuncia dopo la morte di Marieddu e Nocciolina. «Il fenomeno degli avvelenamenti - dice Federica Canu - è in crescita e non solo a San Lorenzo. E’ un atto vigliacco e crudele ma anche un reato penale che la legge punisce severamente». Denunciare si può, e si deve, raccomanda Orme Onlus, sia perché «l’avvelenamento è un crimine» ma anche perché «le esche avvelenate potrebbero essere maneggiate da un bambino portando a conseguenze terribili».

La denuncia deve contenere le prove dell’avvelenamento (allegandovi i referti veterinari) e può essere inoltrata a tutti gli organi di polizia presentando di persona il proprio esposto o denuncia, anche contro ignoti, in forma scritta.

«L’intolleranza nei confronti degli animali - è la riflessione di Orme - ha spesso origine dal rapporto conflittuale fra proprietari e non proprietari di animali: ai primi ci rivolgiamo con l’invito a verificare il comportamento dei propri animali, ai secondi raccomandiamo di cercare di essere più tolleranti e di non macchiarsi di reati».

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative