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L’arte della pasta fresca si impara con un corso

L’arte della pasta fresca si impara con un corso

OZIERI. Quando in un’azienda si arriva alla quarta generazione significa che il secolo di vita è un traguardo ormai raggiunto e quell’azienda nel territorio non è più solo un’azienda ma diventa...

29 novembre 2017
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OZIERI. Quando in un’azienda si arriva alla quarta generazione significa che il secolo di vita è un traguardo ormai raggiunto e quell’azienda nel territorio non è più solo un’azienda ma diventa storia, tradizione, memoria. La famiglia Galleu a Ozieri è sinonimo di mugnaio, un mestiere antico quanto il grano che viene macinato e che è riuscita negli anni a rinnovarsi e a rimanere al passo con i tempi ma sempre nel solco del rispetto delle tradizioni e soprattutto del riguardo per il grano duro sardo, alla base di tutte le lavorazioni.

Sonia e Laura hanno raccolto il testimone dai rispettivi genitori Agostino e Giovanni e senza paura del ricambio generazionale hanno dato spinta ulteriore pensando che la memoria è forse il bene più prezioso che il capostipite Antonio può avere tramandato. È nato così il museo dell’arte molitoria che raccoglie oggi un grande patrimonio di cose, attrezzi e ricordi che hanno segnato la storia di Ozieri ma che sono anche un libro aperto su un settore primario per la vita dell’intera comunità.

Le visite delle scolaresche o dei tanti turisti che arrivano e si immergono stupiti in un’atmosfera ormai passata hanno indotto le ragazze a provare a creare eventi che riportino a galla memorie e tradizioni quasi dimenticate. È partita proprio da una chiacchierata di questo tenore l’idea di Sonia Galleu che ha deciso di passare dalle parole ai fatti e di organizzare un corso per la creazione della pasta fresca. «Inizieremo proprio oggi grazie alle sinergie con diversi attori che ci hanno permesso di realizzare questo sogno – ha detto Sonia –. La nostra azienda metterà a disposizione tutta la materia prima occorrente e spero e credo che questo sia solo l’inizio».

L’Istituzione San Michele ha dato disponibilità dei locali e le casalinghe dell’Associazione Moica le proprie competenze e così una quindicina di allievi e allieve potranno apprendere un’arte che solo qualche decennio fa era quotidiana come il pane che si realizzava.

Il corso si svolgerà nell’ex convento delle Clarisse con cadenza settimanale per un totale di una decina di lezioni ed è totalmente gratuito. «Queste cose si fanno per passione e non per lucro – ha aggiunto la giovane imprenditrice – e le richieste sono andate ben oltre i quindici posti a disposizione. A questo punto ripeteremo certamente l’esperienza ed anzi stiamo già pensando a come ampliare l’evento. Ci piacerebbe insegnare ai nostri allievi oltre che ad impastare anche a fare ravioli, seadas o maccarrones de ungia nel totale rispetto della nostra grande tradizione logudorese».

Francesco Squintu

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