La Nuova Sardegna

Sassari

Bonifiche, annunci e pochi fatti Sindacati contro la Regione

di Gavino Masia
Bonifiche, annunci e pochi fatti Sindacati contro la Regione

Cigl, Cisl e Uil denunciano che il Progetto Nuraghe è ancora bloccato. Centinaia di famiglie in crisi «Mai decollata la chimica verde e tutto è fermo dal 15 settembre. Il territorio tradito due volte»

01 dicembre 2017
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PORTO TORRES. Il territorio attende da troppo tempo l’avvio delle bonifiche dell’area industriale - tra dichiarazioni di rinvii e ritardi che non convincono chi assiste inerme all’ingrossarsi delle fila dei disoccupati - e anche il progetto di chimica verde non è mai decollato secondo quelle che erano le aspettative sottoscritte nei Protocolli tra aziende, politica e forze sociali. Tradimento doppio. È finito il tempo dei dossier che raccontano di investimenti cospicui nell’area della Marinella, illustrato nelle stanze romane, perché diventano solo parole di fronte al nulla o quasi di quello che sta accadendo da anni all’interno degli impianti. La preoccupazione dei lavoratori rischia seriamente di trasformarsi in disperazione, soprattutto quando coinvolge intere famiglie che da un momento all’altro rischiano di essere espulse dal ciclo produttivo. Tra questi i lavoratori edili dell’indotto dell’ex petrolchimico, che manifestano la loro preoccupazione in ordine al grande ritardo nell’avvio dei lavori di bonifica. Di fronte alle incertezze che coinvolgono la classe operaia, intervengono i segretari Marco Foddai della Feneal-Uil, Vincenzo Sanna della Filca-Cisl e Manola Cavallini della Fillea-Cgil. Ricordando, soprattutto, che nel 2011 c’era stata una grande manifestazione che aveva impedito ad Eni la chiusura dello stabilimento. «Per ovviare allo smantellamento degli impianti della chimica di base si era concordato il modello chimica verde - dicono -, permettendo così anche alle aziende che oggi vi operano di partecipare e vincere quei bandi successivi che le società appaltanti di volta in volta mettevano a gara: in quel contesto venne siglato anche un addendum a garanzia dei lavoratori per il rientro nel ciclo produttivo». Purtroppo, però, oggi i sindacati prendono atto che sono ormai trascorsi anni dalla nascita del Progetto Nuraghe che riguardava le bonifiche e si continua a registrare una fase di stallo. «Sappiamo che dal 15 settembre sono state inviate agli assessorati regionali le richieste di integrazione da Sindyal - aggiungono Foddai, Sanna e Cavallini -, per quanto attiene a Valutazione impatto ambientale e Autorizzazione integrata ambientale, ma non siamo a conoscenza se e quando questi lavori potranno avere inizio. Le autorizzazioni sono ferme al palo, i lavoratori edili aspettano di poter costruire gli impianti insieme a meccanici e strumentisti e molti sperano di poter condurre le piattaforme di trattamento». Lavori che, almeno per questo territorio, rappresenterebbero una boccata d’ossigeno per i lavoratori edili e quelli dell’indotto, creando in totale circa 150 nuovi posti di lavoro. «Crediamo che per la ricollocazione dei lavoratori fuoriusciti dal quel sito si debbano realizzare due presupposti: la Regione deve provvedere con urgenza all’espletamento degli obblighi burocratici e deve rispettare degli accordi sottoscritti.

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