La Nuova Sardegna

Sassari

Confcommercio: «La scuola di polizia non doveva nascere»

di Barbara Mastino
Confcommercio: «La scuola di polizia non doveva nascere»

Roberto Nieddu: Burgos ora ha una nuova opportunità Rispunta l’ipotesi di un centro ippico-turistico aperto a tutti

01 dicembre 2017
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BURGOS. Cala il sipario su una struttura che non sarebbe mai dovuta nascere. Questa, in sintesi, la posizione della sede di Confcommercio Goceano in merito alla chiusura della scuola di polizia a cavallo di Burgos, diventata definitiva un paio di giorni fa. Lo dice chiaramente il responsabile Roberto Nieddu, che ricordando la battaglia comunque condotta per salvare la struttura dalla chiusura - «il pronunciamento del consiglio regionale unanimemente compatto e di un sindacato della polizia probabilmente con diversi interessi da difendere» - ribadisce quella che è la sua posizione da prima che la scuola fosse aperta, «una scuola di polizia non è una fabbrica e anche le fabbriche quando non inerenti al territorio hanno dimostrato il loro fallimento».

La scuola è nata su basi sbagliate, dice Nieddu, che ai tempi della discussione sulla validità o meno della sua creazione faceva parte di un Comitato per il lavoro e la difesa del Territorio che aveva come obiettivo quello di studiare soluzioni per il rilancio del Goceano. La scuola di polizia non era a suo dire una soluzione, prima di tutto perché non arricchiva ma spogliava il territorio, essendo nata «grazie alla cessione di alcune scuderie e 24 ettari di terreno da parte dell’allora Istituto di incremento ippico; operazione che determinava la quasi totale dismissione dell’ente a Foresta Burgos a favore del potenziamento delle attività svolte presso le scuderie di Ozieri, col conseguente taglio delle assunzioni trimestrali che fino allora l’ente garantiva a favore dei disoccupati di Burgos».

Nei tempi in cui «parlare di turismo era un’eresia», dice ancora Nieddu, vennero messe in campo altre proposte per valorizzare il compendio di Foresta: su tutte, la creazione di una scuola di equitazione gestita dalle cooperative locali, «aperta anche per l’addestramento dei militari ma dove sviluppare il turismo equestre, venatorio, cerimoniale eccetera». Ma andò male: «nulla di questo fu preso in considerazione e anzi fummo denigrati dagli amministratori locali. Il miraggio del posto fisso propugnato da amministratori locali e politicanti regionali - è l’affondo di Nieddu - fece dolcemente sognare molte persone, a tutto vantaggio dei consueti interessi elettorali».

Ora che si è di nuovo all’anno zero, e che l’area dove sorge la scuola di polizia può essere di nuovo messa a disposizione degli enti locali del territorio, e ora che i tempi sono cambiati e si può parlare serenamente di prospettive turistiche, è tempo di riportare in auge quei vecchi progetti, coinvolgendo Agris per il settore cavallo e mettendo insieme le forze locali del turismo ambientale e culturale e dell’artigianato.

Per quanto riguarda coloro che sono responsabili della perdita di «15 preziosi anni di sviluppo», essi, dice Nieddu, «farebbero ora bene a fare mea culpa, tacere e smettere di continuare a vendere fumo, perché da oggi la comunità di Burgos ha una nuova opportunità».

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