La Nuova Sardegna

USINI. In occasione del decimo anniversario della scomparsa dello storico presidente del Coro di Usini Mario Cuccuru, gli amici coristi lo vogliono ricordare all’interno di una serata folkloristica a lui dedicata. “Ricordando zio Mario” appunto è il titolo della manifestazione che si svolgerà domani 2 dicembre nell’auditorium comunale a partire dalle 20. Un omaggio a un uomo che ha lasciato il segno all’interno del Coro di Usini, una figura carismatica carica di allegria e ironia il cui ricordo è ancora vivo. «Sono trascorsi dieci anni da quando zio Mario ci ha lasciato, ma il suo ricordo è ancora presente in ognuno di noi coristi - ha detto il direttore del Coro di Usini, Mario Tedde -, per noi tutti ha rappresentato un punto fermo, una persona speciale che ci fatto vivere tanti momenti di allegria grazie al suo spirito di persona sempre allegra e spensierata ma anche dotata di una estrema sensibilità e intelligenza, un buono dal cuore grande che sapeva tramutare con grande abilità la tristezza in allegria. Aveva sempre la battuta pronta in qualsiasi momento senza mai trascendere in banalità, ogni sua parola era misurata e corretta».

“Ricordando zio Mario” rientra nella rassegna di canti tradizionali che il Coro di Usini organizza annualmente e quest’anno è giunta alla sedicesima edizione. Prenderanno parte all’iniziativa oltre al Coro di Usini, il Coro Paulicu Mossa di Bonorva diretto dal maestro Marco Lambroni e il Coro Polifonico Femminile Bonucaminu di Ardauli e la Movin’on Up Gospel Choir di Olbia diretto dalla maestra Pina Muroni e dal maestro Fabio Carta che è anche il pianista e arrangiatore del coro. Il repertorio di quest’ultimo coro spazia dallo spiritual tradizionale al gospel contemporaneo. Presenta la serata Salvatore Patatu, socio onorario del Coro di Usini e consulente culturale.

Durante la serata verranno ricordati anche gli altri amici coristi che nel corso dei 43 anni di attività hanno lasciato la vita terrena: Franco Torru (fondatore del Coro di Usini e primo direttore), Domenico Langasco e Gianni Canu.

Franco Cuccuru