La Nuova Sardegna

Sassari

convegno a castelsardo 

Sport, gli impianti non sono sufficienti

Sport, gli impianti non sono sufficienti

CASTELSARDO. Si è parlato di sport, della sua funzione sociale e delle infrastrutture del territorio, sabato nel corso di un incontro dibattito promosso dall’associazione “Castelsardo che vorrei” a...

02 dicembre 2017
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CASTELSARDO. Si è parlato di sport, della sua funzione sociale e delle infrastrutture del territorio, sabato nel corso di un incontro dibattito promosso dall’associazione “Castelsardo che vorrei” a cui hanno preso parte dirigenti e rappresentanti di molte delle società sportive del territorio, coordinati dal giornalista Giulio Favini e dal presidente dell’associazione Massimo Pinna. Il quadro che è emerso è sconfortante. Le strutture sono poche e tutti gli anni si assiste a una vera propria guerra fra le società sportive per accaparrarsi la palestra o i campi di calcio dove potersi allenare o disputare gli incontri di campionato. «Bisogna ragionare in altri termini - ha affermato il delegato della federazione italiana Tennis del Nord Sardegna, Danilo Romano -, fare sport è impegnativo e pieno di regole, ci vuole impegno e sacrificio, ma lo sport è anche indotto economico per la città». Un particolare sguardo sul calcio lo ha posto Tore Mudadu, direttore sportivo dell’Unione Sportiva «il campo esistente, a cui la nostra società ha rifatto, a proprie spese, il manto erboso, potrebbe essere a disposizione di tutti ma i problemi di sicurezza ci impediscono di avere le necessarie autorizzazioni». In realtà la giunta comunale ha recentemente avviato le pratiche per i lavori di completamento del nuovo campo sportivo in località Lu Ponti. Per sostenere il costo dei lavori è stato acceso un mutuo di 400mila euro, da estinguere in 15 anni, con l’Istituto di Credito Sportivo. Una notizia che è apparsa però poco gradita ai dirigenti delle società sportive «il nuovo campo sta nascendo in una posizione infelice - ha affermato Giovanni Lupino della Polisportiva Castellanese - che i ragazzi non possono raggiungere autonomamente, sarebbe stato più opportuno utilizzare per strutture sportive l’area destinata all’ampliamento del cimitero». «Sono anni che le società calcistiche vanno ad allenarsi o giocare fuori dal paese - ha ricordato Giuseppe Palmas - responsabile provinciale delle Giovanissimi Calcio - che sia colpa delle società o dell’amministrazione, é un problema che bisogna risolvere nel più breve tempo possibile, perchè nel frattempo stiamo privando molti bambini del diritto di poter fare sport».

Donatella Sini

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