La Nuova Sardegna

Sassari

Pozzomaggiore: il Vaticano riconosce il miracolo di Edvige

di Emidio Muroni

Soddisfazione per il pronunciamento della Consulta Medica. La venerabile guarì uno spaccapietre Passo avanti nel lungo e difficile percorso verso la beatificazione della amatissima Carboni

05 dicembre 2017
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POZZOMAGGIORE. È stata accolta con immenso piacere la notizia che la Consulta Medica Vaticana per il vaglio dei presunti miracoli utili per le beatificazioni dei Venerabili Servi di Dio, riunita il 23 novembre scorso presso la Congregazione delle Cause dei Santi, si è espressa favorevolmente, all’unanimità, e ha riconosciuto il miracolo ottenuto grazie all’intercessione di Edvige Carboni. Un caso al quale i sette illustri medici non sono riusciti a dare una risposta scientifica, e parlano di una “restitutio ad integrum”, la restituzione al normale uso di un arto che, non arrivando ad una normale guarigione con le terapie più valide e conosciute, doveva essere amputato. Il miracolo, ritenuto tale dalla Consulta, accadde ad Alghero, nel febbraio del 1954, quando lo spaccapietre Antonio Fois rimase vittima di un violento colpo all’alluce del piede destro dovuto allo scivolamento dello scalpello con il quale lavorava. Invano, per diversi mesi, i medici e gli ortopedici tentarono di recuperare l’arto. Sopraggiunsero un progressivo peggioramento, la suppurazione, l’osteomielite e la cancrena che ne consigliò l’amputazione ma che il Fois rifiutò. La moglie, nel secondo anniversario di morte della Venerabile, il 17 febbraio 1954, ascoltò la messa celebrata nella chiesa di San Francesco, ad Alghero, e invocò l’intercessione di Edvige Carboni. Al rientro in casa, trovò il marito che si era liberato il piede dalla fasciatura, giacché era privo di alcun tipo di dolore e aveva riacquistato un colorito roseo. Una guarigione istantanea, completa e duratura, e Fois potè riprendere il suo lavoro. Il caso fu esaminato con il processo canonico diocesano, tra il 1987 e il 1990 e, ancora in sede romana, negli anni successivi, sino ad arrivare agli anni tra il 2010 e il 2013 con i voti di due periti medici d’ufficio. L’ultima tappa è stata quella del 23 novembre 2017, con la Consulta al completo che ha riconosciuto il miracolo e porterà la mistica della Sardegna alla gloria degli altari.

Un notevole passo in avanti nella causa Carboni che fu avviata, nel dicembre 1968, sotto il pontificato del Beato Papa Paolo VI. Attori della causa furono i Padri Passionisti, cui si unì nel tempo, come coattore, anche la parrocchia di Pozzomaggiore. Dopo non poche difficoltà e tantissimi studi, sui grandi carismi che Edvige Carboni ebbe, tra cui le stimmate, le sue virtù rifulsero, sino a essere definite eroiche con il Decreto sulle Virtù promulgato lo scorso 4 maggio dalla Congregazione delle Cause dei Santi su disposizione di Papa Francesco. Da allora la Carboni ha ufficialmente assunto il titolo di Venerabile. Ora, dopo quasi cinquant’anni di studi, esami e lavoro, s’intravvede un po’ di luce in una causa lunga e difficile, che nobilita la devozione che la Sardegna, e tante altre località del mondo, hanno sempre mostrato verso la Venerabile. Rimane l’esame del miracolo dal punto di vista strettamente teologico da parte dei teologi, dei Cardinali e Vescovi, che non dovrebbe comunque avere intoppi.

La beatificazione di Edvige Carboni sta per giungere alla conclusione e appare ormai molto vicina la data, (probabilmente il prossimo mese di maggio), nella quale dovrebbe conoscersi il momento della solenne cerimonia. Dopo la beatificazione di Maria Cristina di Savoia ed Elisabetta Sanna, di Codrongianos, un’altra donna della Sardegna salirà quindi agli onori degli altari e, con Antonia Mesina, beatificata nel 1987, saranno quattro le donne laiche nate nella nostra generosa terra sarda che, pur con vicissitudini e in ambiti diversi, hanno mostrato la fierezza delle proprie virtù e della propria santità.

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