La Nuova Sardegna

Sassari

«Il mare avanza, è un processo naturale»

«Il mare avanza, è un processo naturale»

L’esperto Sergio Ginesu: alla fine il cambiamento climatico porterà alla “vittoria” dei fiumi

09 dicembre 2017
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SORSO. Parecchi millenni prima che l’uomo ci mettesse le mani era una laguna. Col tempo è diventato uno stagno e ora, invece, sembra una palude. «È il risultato di ciò che il mare sta facendo da tempo: avanzare verso la terra ferma. Stiamo parlando di un cambiamento climatico avvenuto 10mila anni fa. Nei fondali di Platamona ci sono forme che sono attribuibili alle dimensioni dello stagno, quand’era sotto l’acqua. C’è stato un progressivo arretramento e oggi è uno stagno condannato a morte, è arrivato allo stadio finale». È questa la fotografia a tinte fosche scattata da Sergio Ginesu, docente esperto che nei suoi studi decennali all’università di Sassari ha ricostruito la genesi della formazione dello stato di Platamona. «Il processo di cambiamento climatico sta portando a una vittoria del processo fluviale – precisa l’esperto –. I fiumi portano detriti a valle e questo afflusso è maggiore rispetto alla capacità di scaricarlo. È una lotta impari, si va contro natura». Ma come se non bastasse, a madre natura si è aggiunto anche l’uomo. Tutta colpa del canale di marea dello stagno. Lo sbocco a mare si trovava più o meno all’altezza della Rotonda. Ma qualche decennio fa è stato tombato per pigiare l’acceleratore sullo sviluppo balneare di Platamona.

Si trattava di un canale bidirezionale che è stato sostituito da un nuovo collegamento artificiale – soltanto di scarico – che sbocca nella zona dove sorge la torre di Abbacurrente. Il problema è che però lo stagno non riesce più a scaricare i detriti che arrivano dai fiumi. In pratica sta diventando una palude. Significa che entrando nel nuovo stato cambierà anche la fauna, questo perché si modifica tutto il sistema. Una soluzione ci sarebbe: metterci mano. «Tutto dipende dal concetto di tutela e valorizzazione – riprende Sergio Ginesu – quindi se diamo allo stagno una valenza molto elevata perché è un bene che produce economia, allora dobbiamo metterci in testa che va dragato periodicamente».

Una delle azioni prioritarie previste nel piano di gestione della Zsc è esattamente il ripristino del canale di marea. Ma prima ancora dei finanziamenti manca anche solo il progetto. «È evidente che anche la mano dell’uomo ha favorito la condanna a morte dello stagno, che probabilmente sparirà nei prossimi decenni. È necessario che chi è deputato a decidere prenda coscienza di quello che si vorrà fare nel futuro». (sal.san.)



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