La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, 200 vigilantes senza stipendio

di Nadia Cossu
Sassari, 200 vigilantes senza stipendio

Gli addetti della Secur Roma presidiano gli ospedali: non ricevono i compensi da ottobre

10 dicembre 2017
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SASSARI. Di fronte a un padre di famiglia costretto tra le lacrime a vendere i giochi del proprio figlio per poter mangiare, qualsiasi altra parola diventa superflua.

Gli oltre duecento dipendenti della Secur Roma Srl – che svolgono servizio di portierato e vigilanza nei presidi sanitari della provincia di Sassari – stanno sopportando da troppo tempo una situazione insostenibile: gli stipendi arrivano a intermittenza, i soldi in casa non ci sono e la serenità dell’intera famiglia è messa a dura prova.

Un quadro drammatico già da quando l’appalto era nelle mani della Sgs. Poi, a maggio, il passaggio al nuovo istituto di vigilanza Secur, illusioni e speranze. Ma il disagio è rimasto tale e quale. «Non percepiamo lo stipendio da ottobre. E perderemo anche la tredicesima, d’altronde è già successo». Continuano a lavorare per senso di responsabilità, trattandosi di un servizio che riguarda per la maggior parte il portierato ospedaliero (si parla di Sassari, Alghero, Ittiri, Thiesi, Ozieri, ma anche le varie direzioni Asl. E poi qualche centro commerciale cittadino). Ma i dipendenti della Secur stavolta sono pronti alla mobilitazione se la situazione non verrà sbloccata al più presto. «Ci stanno raccontando bugie da troppo tempo – raccontano chiedendo di restare anonimi – Non si rendono conto che si sta parlando della vita delle persone. Ci sono famiglie monoreddito con tre figli a carico, non abbiamo divise, l’organizzazione dei turni è lasciata al caso. Gli orari vengono comunicati giorno per giorno, anziché settimanalmente o mensilmente. Per far capire il forte malessere che ognuno di noi è costretto a vivere ci vorrebbe il blocco dei servizi. E ci stiamo arrivando».

In questi lunghi mesi la Federazione sindacati indipendenti ha sollecitato Asl e Aou con numerose lettere. «Per colpa di questi ripetuti ritardi il personale – ha più volte detto Mariangela Campus, segretaria territoriale Fsi-Usae – si sta ritrovando nell’impossibilità di poter soddisfare le basilari esigenze di vita».

Intanto sulla questione interviene la direzione della Aou: «Seguiamo da vicino la situazione e abbiamo fatto diverse riunioni con i dirigenti competenti. Giovedì è prevista una riunione in prefettura per discutere del caso». «La nostra impressione è che ci sia un rimpallo di responsabilità – è il laconico commento dei lavoratori – e a pagarne le spese siamo noi».

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