La Nuova Sardegna

SASSARI. Il vescovo Gianfranco Saba segue con attenzione ogni fenomeno sociale, ancora di più quando tocca così da vicino le chiese. «San Giovanni Crisostomo afferma che i poveri alle porte delle chiese sono paragonabili alle pile dell’acqua santa, indicando il ruolo di purificazione che dona l’amore per i poveri. Il Santo Padre ha chiarito che tutti “dobbiamo distinguere tra i poveri e le varie forme di accattonaggio che non rendono un buon servizio ai veri poveri”». E ancora: «Le presenze di accattonaggio sono una domanda più profonda, segno di una transizione culturale in atto. Meritano rispetto e una carità che coniuga il cuore con l’intelligenza nel trovare attenzioni possibili. È una dimensione pastorale verso la quale gettare ponti con attenzione diretta e spontanea ma anche tramite una lucida riflessione. Attualmente stiamo lavorando con la giunta Caritas ed altri soggetti per individuare linee progettuali consone alla nostra realtà». Allo stesso tempo però un monito: «La sicurezza pubblica è un bene comune da salvaguardare per tutti».

Anche il sindaco Nicola Sanna è attento al problema. «L’ordinanza dell’anno scorso non è stata emanata a fronte di una situazione di particolare pericolo per la sicurezza pubblica. Fortunatamente in città ci sono solo casi sporadici di accattonaggio molesto. Cinque denunce e una per sfruttamento di minore. Quindi l’ordinanza è uno strumento in più che serve alla polizia locale per monitorare, identificare e segnalare i casi più eclatanti. Ma l’ordinanza si concentra, e lo ribadisce in maniera quasi ossessiva, sugli aspetti più acuti del problema. Non vuole essere affatto un’azione contro l’elemosina civile e rispettosa. Perché in città non esiste alcuna emergenza accattonaggio, e anche la questione del presunto racket dei mendicanti, alla fine si è rivelata una leggenda». (lu.so.)