La Nuova Sardegna

Sassari

L’Avis acquista un’ambulanza ma la sede rimane inagibile

di Gavino Masia
L’Avis acquista un’ambulanza ma la sede rimane inagibile

I volontari mettono in campo un mezzo di ultima generazione comprato anche grazie alla Regione Per la raccolta sangue non si può utilizzare la palazzina di via Azuni: il Comune non la mette a norma

13 dicembre 2017
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PORTO TORRES. La sezione cittadina dell’Avis mette a disposizione della collettività una nuova ambulanza - acquistata dall’azienda Aricar – grazie anche a un contributo di 25mila euro da parte della Regione. Si tratta di un mezzo sofisticato di ultima generazione, sia dal punto di vista motoristico che tecnologico, molto importante per il soccorso 118.

«E’ una grande soddisfazione per me e per tutta l’associazione – dice il presidente Marco Marginesu – e un ringraziamento per questo risultato va all’intero direttivo e a tutti i volontari che ci danno una mano quotidianamente: con l’acquisto del nuovo mezzo ci sarà un potenziamento per quanto riguarda il trasporto per i pazienti che devono effettuare visite programmate, ricoveri, dimissioni e l’assistenza a ogni tipo di manifestazione».

Calo donazioni. Il presidente lamenta purtroppo un grosso calo nelle donazioni del sangue rispetto allo scorso anno, come sta avvenendo in tutto il territorio, e per questo motivo invita tutti i cittadini che ne hanno la possibilità di recarsi nella sede di via Azuni numero 10 ogni venerdì (più un sabato al mese) per effettuare la donazione nell’autoemoteca provinciale.

Sede Avis inagibile. Sono circa tre anni infatti che l’Avis non può più svolgere la raccolta del sangue nella palazzina perchè manca l’accreditamento a livello regionale: di questo ne erano a conoscenza la precedente amministrazione e pure quella attuale, in quanto l’edificio di proprietà comunale è obsoleto e non sono a norma impianti elettrico e idraulico. Manca il servizio igienico per portatori di handicap e non sono mai state abbattute le barriere architettoniche. Criticità strutturali che l’Avis aveva portato continuamente a conoscenza delle due amministrazioni, chiedendo di poter intervenire a proprie spese per effettuare tutti i lavori ed evitare la chiusura del servizio.

«L’Asl regionale ci ha chiesto una sede adeguata e funzionale per svolgere l’importante servizio – aggiunge il presidente Avis – e ci siamo rivolti diverse volte agli amministratori di turno con il progetto di ristrutturazione e la convenzione da rinnovare. Se la situazione non cambia in questi mesi in senso positivo, l’associazione, con il consenso unanime dell’assemblea dei soci, sarà costretta a cercarsi un’altra sede per svolgere la propria attività di volontariato».

Contratto senza firma. La volontà dell’amministrazione comunale è quella di stipulare un contratto di comodato d’uso mai sottoscritto prima d’ora –, considerando che lo stabile viene utilizzato addirittura dalla metà degli anni Novanta. «Gli indirizzi prevedono l’utilizzo della struttura per ben dieci anni – aveva detto oltre un anno e mezzo fa il sindaco Wheeler - in modo che i volontari possano programmare le attività dell’associazione: in cambio l’Avis, come da propria proposta, dovrà impegnarsi ad effettuare tutte le manutenzioni sull’edificio».

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