La Nuova Sardegna

Sassari

Il ministro Pinotti: «Sì, apriamo Pratosardo. Poligoni, ora le bonifiche»

di Luca Rojch
Un'esercitazione a Capo Teulada e, nel riquadro, Roberta Pinotti
Un'esercitazione a Capo Teulada e, nel riquadro, Roberta Pinotti

Il responsabile della Difesa: "Abbiamo accolto molte richieste della Regione, ma le basi servono"

15 dicembre 2017
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SASSARI. Combattiva, sicura di avere riconosciuto molte delle domande arrivate dall’isola. Il ministro della Difesa Roberta Pinotti parla dell’accordo sulle servitù militari messo a punto con la Regione. Ma anche del rapporto, non sempre facile, tra molti sardi e le necessità della difesa.

Soddisfatta della revisione dell’accordo?

«Sì, ma per prima cosa voglio dare una notizia che so essere molto attesa. Apriremo a breve la caserma di Pratosardo a Nuoro. Mi ero impegnata in prima persona per concludere un iter che si era un po’ incagliato. Ci siamo riusciti. Anche per i molti arruolati sardi che desiderano riavvicinarsi alle famiglie puo essere una buona notizia. Ho dovuto lavorare per convincere i vertici militari. L’esercito in un’ottica di razionalizzazione non apre più nuove caserme. Ora non sono una priorità. Ma in questo caso abbiamo fatto un’eccezione per venire incontro alle richieste del territorio. E poi questa caserma darà un importante indotto in un’area economicamente in affanno».

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Ritorniamo alle servitù e all’accordo sottoscritto con la Regione. Lo condivide?

«Molto, perché credo siano state date risposte importanti alla Sardegna. Di fatto abbiamo accolto tutte le richieste che erano accoglibili. So che i sardi hanno una grande attenzione verso il tema dei poligoni. È nato un nuovo rapporto tra la Difesa e la Sardegna. Un rapporto improntato sul rispetto reciproco. Da parte nostra c’è un grande sforzo per venire incontro alle esigenze dei sardi. Abbiamo anche un dato del ritorno economico della presenza delle forze armate sull’isola e si aggira intorno ai 300 milioni di euro all’anno. Ci sono circa 7 mila militari nell’isola. Noi abbiamo fatto il massimo delle aperture possibili. Esistono delle esigenze per la difesa della Repubblica e per questo sono necessarie delle aree in cui i militari si possono addestrare per affrontare i diversi scenari. Se gli uomini non fossero addestrati metteremmo a rischio la loro incolumità. Noi facciamo un ragionamento di sistema, nazionale, in cui rientrano anche il Friuli e la Puglia. Abbiamo cercato di pacificare gli animi dopo un periodo di contrasto. Sono soddisfatta del protocollo di intesa con la Regione».

Tra i punti dell’accordo ci sono alcuni a cui tiene di più?

«Sono diversi. Tra questi gli indennizzi ai comuni che sopportano una servitù sul proprio territorio. Prima gli indennizzi erano quinquennali, e per le amministrazioni era impossibili metterli a bilancio. Dopo l’accordo saranno annuali e anche le somme non ancora erogate saranno garantite e salvaguardate. Abbiamo messo a punto anche gli indennizzi per i pescatori di Capo Frasca, oltre al fatto non secondario che le esercitazioni saranno sospese dal primo giugno a fine settembre. Altre spiagge saranno restituite ai Comuni».

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L’accordo cosa prevede per La Maddalena?

«Dopo la chiusura della base Usa tanto invocata, mi pare che le ripercussioni non siano state del tutto positive per il territorio. Spero nel recupero delle aree utilizzate per il mancato G8. Manteniamo la scuola della Marina, che sarà potenziata e rivitalizzata. La razionalizzazione delle spese spingeva a concentrare tutto su Taranto. Ma ho chiesto e ottenuto che La Maddalena restasse aperta. Noi guardiamo alle esigenze del territorio. Per noi è un elemento importante».

Avete progetti per la base di Decimomannu?

«Guardiamo molto al futuro. Alla cybersecurity. Pensiamo al pilotaggio remoto e ai progetti di sviluppo di respiro europeo. A Decimomannu vorremmo creare un distretto aerospaziale, sulla cyber security lavoreremo per creare un centro di eccellenza in collegamento con l’università. C’è anche un’altra decisione, che deve essere presa dal Comipa. Riguarda il Siat, un sistema di addestramento simulato, che potrebbe consentire nel poligono di Capo Teulada la riduzione dell’attività a fuoco del 25 per cento attraverso un sistema di simulazione».

In molti contestano questo accordo, per esempio dicono che non si parla mai di bonifica dei poligoni

«Non è così. Questa è un’altra delle aperture, ma non rientra nell’accordo. C’è un emendamento ad hoc nella legge di stabilità che prevede il finanziamento delle bonifiche con 12,5 milioni di euro. Tutti fondi della difesa. A questi se ne devono aggiungere altri 26 già impegnati».

Si parla anche di accordo al ribasso

«Abbiamo accolto tutte le richieste che potevano essere accolte».

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Pare di capire che in ogni caso non è possibile pensare a una futura dismissione dei poligoni militari in Sardegna

«Ci sono delle aree come a capo Teulada che non sono sostituibili. È l’unica base in Italia in cui si possono simulare scenari simili a quelli in cui si trovano a lavorare le forze armate all’estero. Senza questo addestramento i nostri militari non potrebbero mantenere la capacità operativa adeguata. Ora la Brigata Sassari è in Afghanistan. Senza un addestramento adeguato aumenterebbero i rischi dei militari».

Un altro dei nodi è Guardia del Moro a Santo Stefano

«Non lo ritengo tale. A Guardia del Moro c’è uno specchio acqueo per far passare le navi. Sono andata a vedere con i miei occhi se la struttura è impattante. Ma l’impatto esterno è molto ridotto perché è un bunker sotterraneo che si sviluppa in profondità. Mi ha fatto più effetto il vicino villaggio turistico abbandonato».

Resta il fatto che il 60 per cento delle servitù militari italiane è in Sardegna

«La percentuale è del 60 per cento solo se si considera anche la parte a mare. Se prendiamo come riferimento solo la parte a terra le percentuali sono più equilibrate tra le regioni soggette a servitù».

Cosa ne pensa della normativa introdotta dal deputato Pd Gian Piero Scanu che prevede una commissione civile per giudicare le patologie dei militari?

«La sicurezza del personale della Difesa per noi è fondamentale. La Difesa ha collaborato con la commissione per un testo che ora e’ all’approvazione del Parlamento».

@LucaRojch. @RIPRODUZIONE RISERVATA


 

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