La Nuova Sardegna

Sassari

L'isola paradiso dei pensionati? Un'illusione

Felice Corda
Un panorama di Bitti
Un panorama di Bitti

La proposta di incentivi fiscali per i nuovi residenti (come in Portogallo) ignora gli ostacoli costituzionali e il prevedibile malcontento di 560mila sardi

19 dicembre 2017
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Il sindaco di Bitti, Giuseppe Ciccolini, ha presentato nei giorni scorsi una proposta di legge regionale volta alla creazione di incentivi di natura fiscale per i pensionati stranieri, con l’obiettivo di incoraggiarli a trasferire la loro residenza in Sardegna. Tale norma, secondo il suo ideatore, contribuirebbe a combattere lo spopolamento dei nostri paesi, creando ricchezza e sviluppo sociale nei territori dell’isola. Si tratta di una misura espressamente ispirata all’esperienza del Portogallo, che da anni è diventata un vero e proprio “paradiso fiscale” per i pensionati di tutta Europa, attratti dalla detassazione totale (100%) sui loro redditi nei primi 10 anni di permanenza fissa nel territorio portoghese.

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Come prevedibile, la proposta in poco tempo è diventata oggetto di animate discussioni in rete e nei social, ma prima di alimentare facili entusiasmi per quello che potrebbe sembrare il classico “uovo di Colombo”, è bene riflettere su quanto sia possibile replicare l’esperienza lusitana nel nostro territorio.

Personalmente nutro forti perplessità, sia dal punto di vista giuridico che fiscale, ma spero che i miei dubbi possano contribuire positivamente al dibattito ed eventualmente migliorare o correggere la proposta.

Prima di tutto, il legislatore portoghese ha preferito la norma statale rispetto a quella regionale, come si vorrebbe in Sardegna, consentendo a qualsiasi entità territoriale e/o a qualsiasi città del proprio territorio di godere indistintamente di tali possibilità incentivanti per ospitare i pensionati stranieri. Ad esempio, le isole portoghesi Madera e le Azzorre, pur essendo regioni autonome “speciali” e soprattutto zone franche, fruiscono delle stesse norme senza alcuna differenza di sorta con le altre regioni portoghesi, al contrario di ciò che potrebbe accadere in Sardegna rispetto a tutte le altre regioni italiane. In secondo luogo, con la stessa legge dello Stato (D.L. 249/2009), è stata istituita la figura giuridica di “residente non abituale” chiarendone il significato e le regole che consentono di fruire delle agevolazioni fiscali ai pensionati stranieri “privati” che vogliono acquisire la residenza in quel paese. Non sarà facile per il legislatore regionale istituire una norma simile che permetta di superare lo scoglio della Corte costituzionale, introducendo sia un nuovo status giuridico non previsto in Italia con cui di fatto, con uno stratagemma legislativo, si aggirerebbero le norme fiscali (la restituzione delle imposte) consentendo, tra l’altro, ai pensionati stranieri la detassazione sulle pensioni del 70% e dunque violando “la capacità contributiva” di ciascun residente espressamente sancita dall’art. 53 della Costituzione, ai fini di una giusta ripartizione del carico fiscale.

In terzo luogo, appare alquanto farraginoso e controproducente per i pensionati interessati il metodo del rimborso dei 7/10 delle imposte (quindi il 70% rispetto al 100% del Portogallo) rinunciando praticamente, da parte dell’amministrazione regionale, ai 7 decimi del gettito delle imposte sul reddito delle persone fisiche previsto nello Statuto, prima riscosse dai pensionati stranieri dal fisco per poi essere restituite dalle casse regionali. Una nuova complicazione fiscale per gli interessati, poiché tale rimborso diventerebbe, di fatto, per il fisco, un nuovo reddito che si andrebbe a sommare alla loro pensione, innalzando così gli scaglioni e le percentuali di tassazione sul totale percepito durante l’anno. Insomma un cane che si morde la coda.

Infine, non è da sottovalutare la probabile ondata di malcontento generale, poiché una siffatta proposta di legge sottovaluta gli umori di tutti i pensionati sardi, circa 560mila, che nella stragrande maggioranza sopravvive con modestissime pensioni, soprattutto nei paesi interessati allo spopolamento e a quelli, in continuo aumento, che si sono trasferiti o pronti a trasferirsi all’estero proprio per quelle agevolazioni fiscali che ora si vorrebbe applicare ai pensionati stranieri.


 

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