La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, la facoltà di Scienze politiche ha i giorni contati

di Gabriella Grimaldi
La facoltà di Scienze politiche di Sassari
La facoltà di Scienze politiche di Sassari

Pochi docenti e dal primo gennaio il dipartimento Polcoming verrà smantellato. Fuga degli insegnanti verso altre facoltà

19 dicembre 2017
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SASSARI. Ha i giorni contati il dipartimento Polcoming, che comprende i corsi di laurea in Scienze della politica e dell’amministrazione (Pol) e Scienze della comunicazione (Com). Ing sta per Ingegneria della comunicazione, corso che avrebbe dovuto garantire la sopravvivenza del dipartimento e che invece, non essendo mai stato attivato dalla Regione, ne ha di fatto decretato lo smantellamento. Finisce dunque il sogno di autonomia organizzativa della ex facoltà di Scienze politiche, la polverizzazione di ambizioni che negli ambienti accademici ha fatto e sta facendo parecchio rumore. Assieme al Polcoming scompaiono dalla griglia organizzativa dell’ateneo anche il dipartimento dell’area medica Scienze Chirurgiche e quello di agraria Scienze del territorio. Per tutti il motivo di estinzione è il numero esiguo di docenti. Troppo pochi per giustificare l’esistenza di una struttura complessa come un dipartimento, a partire dagli incarichi apicali come quello del direttore e del suo staff.

«La legge Gelmini parla chiaro - spiega il rettore Massimo Carpinelli che in questi giorni è al centro di attacchi polemici, ma anche di manifestazioni di solidarietà, da parte dei colleghi -, i dipartimenti possono stare in piedi se contano almeno 35 docenti tra i vari corsi di laurea. Se mancano queste condizioni è necessario smantellare la struttura e “accorpare” quei corsi ad altri dipartimenti. Questo è successo per Scienze politiche e anche per gli altri due dipartimenti. Naturalmente la decisione è stata presa dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione, organismi che sono sovrani nelle decisioni riguardanti l’organizzazione didattica e amministrativa dell’ateneo».

Ma mentre l’estinzione di Scienze chirurgiche e di Scienze del territorio è stata più o meno indolore, con la migrazione volontaria dei docenti in altri dipartimenti che li hanno già accettati, per quanto riguarda Scienze politiche il ricollocamento degli insegnanti si sta rivelando più problematico. La richiesta di trasferimento da parte degli informatici di Scienze politiche ad Architettura per il momento non è stata accettata. «In questa fase di riorganizzazione delle strutture secondo la legge - prosegue il rettore - ho lasciato che i colleghi scegliessero autonomamente dove ricollocarsi, senza intervenire. È ovvio che queste operazioni devono perfezionarsi entro l’anno, prima che prenda corpo il nuovo sistema organizzativo. Altrimenti sarà necessario intervenire in modo che i colleghi possano trovare posto in una struttura adeguata, possibilmente omogenea per discipline».

E proprio l’indicazione data già a giugno dal magnifico di radunare le docenze per le loro similitudini ha dato il la alla richiesta di trasferimento da parte di interi gruppi di docenti. Tra i quali gli informatici che in Scienze politiche avrebbero dovuto rappresentare il cuore del corso di Ingegneria dell’informazione, fatto che ha poi generato l’effetto domino del crollo dei numeri del dipartimento e della sua cancellazione. Ma il rettore ci tiene a rassicurare soprattutto gli studenti che sono i destinatari dell’attività didattica e che si sono presentati nel suo ufficio per chiedere chiarimenti: «Nessuna di queste modifiche andrà a toccare i corsi di laurea che, pur essendo incardinati in altri dipartimenti, continueranno a garantire tutte le possibilità ai propri studenti». Dunque chi sta studiando in Scienze politiche o Scienze della comunicazione potrà completare i propri studi conseguendo il diploma.
 

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