La Nuova Sardegna

Sassari

famiglie in rivolta 

La battaglia dei genitori esasperati

C’è chi raccoglie firme e chi è arrivato a pagar di tasca le telecamere

21 dicembre 2017
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SASSARI. «Siamo preoccupati, soprattutto per i contraccolpi psicologici che molti bambini, alla vista di strutture danneggiate o saccheggiate, possono subire. Avendo il timore che possa succedere qualcosa mentre sono all’interno». È un grido d’aiuto disperato quello dei genitori delle scuole di via Camboni e via Era, visitate per tre lunedì di fila dai ladri. Sono gli stessi che raccolsero due anni fa quattrocento firme chiedendo la videosorveglianza. E che spesso mettono mano al portafoglio per ricomprare quello che viene rubato. Una pressione insostenibile, che all’inizio dell’anno un gruppo di genitori decise si risolvere in un’altra maniera: nella scuola media di via Mastino il dirigente e i professori si sono fatti due conti e hanno deciso di mettere in funzione un vecchio sistema di videosorveglianza fuori uso da anni attingendo al fondo scolastico dei genitori. «Da quel momento - spiegò il dirigente - la scuola non ha più subìto un furto».

Altro caso simbolo è quello della scuola dell'infanzia di via Berlinguer. Che inanellò nel 2016 un incredibile filotto di sedici furti di fila. In quel caso un gruppo di mamme invase la sede dell'assessorato alle Politiche educative, in via Venezia, pretendendo dal Comune un intervento.

La risposta fu la stessa che ora arriva per Li Punti: pattugliamento dedicato della polizia municipale in accordo con le altre forze dell’ordine. E la promessa di fare preso con la videosorveglianza, unico vero metodo per evitare che le nostre scuole siano dei bancomat per gli sbandati. (g.bua)

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