La Nuova Sardegna

Sassari

La camionale Sassari-Porto Torres, venti chilometri ad alto rischio

di Pinuccio Saba
La camionale Sassari-Porto Torres, venti chilometri ad alto rischio

Inaugurata solo 12 anni fa, la quattro corsie mostra i segni di un pericoloso degrado. I rattoppi non migliorano le condizioni di una strada estremamente pericolosa

28 dicembre 2017
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SASSARI. Ha solo dodici anni di vita (e una buona parte anche meno) ma le condizioni dell’ultimo tratto della “131”, i 20 chilometri fra Sassari e la zona industriale di Porto Torres raccontano di una strada vecchia, quasi abbandonata nonostante sia trafficatissima, fonte di continui pericoli e trabocchetti per coloro i quali la percorrono saltuariamente. Sì, perché i pendolari, chi viaggia quotidianamente o molto spesso fra Sassari e Porto Torres ha imparato a conoscere e quindi evitare (quasi sempre) le trappole di questa strada che, forse, hanno contribuito a provocare più dio un incidente anche mortale.

Una strada progettata in contemporanea con la direttissima per Alghero, ma con meno intoppi burocratici e ambientali, tranne il solito fallimento delle imprese appaltatrici, e aperta al traffico nel 2005 (nella foto) alla presenza del ministro Pietro Lunardi, del presidente della Regione Renato Soru e del sindaco di Sassari Nanni Campus. Un’apertura parziale, visto che per l’ultimo svincolo, all’altezza del bivio per Stintino, c’erano voluti altri tre anni. Una strada che da subito ha presentato diverse criticità, come l’innesto dalla “vecchia” Carlo Felice, rimodulato dopo alcuni incidenti. E subito dopo l’imbocco della camionale, si presenta la prima trappola, una compressione al termine di un rettilineo in discesa che farebbe la felicità di diversi circuiti di Formula 1. Da prendere con prudenza, altrimenti si rischia quantomeno la coppa dell’olio. Subito dopo la grande salita, inizia lo slalom fra i tratti di asfalto scorticati dal passaggio di automobili, camion e Tir.

Il percorso rettilineo si trasforma quindi in un lungo zigzagare per evitare quei tratti di asfalto “sconnesso” che mangia il battistrada degli pneumatici e attenta alle sospensioni. Tratti che con la pioggia diventano grandi pozzanghere che finiscono per innescare l’acquaplaning. Fino al bivio per Stintino è tutto un rincorrersi di asfalto deteriorato e rattoppi non sempre efficaci. Un pericolo continuo soprattutto per i motociclisti che scorgono questi trabocchetti solo all’ultimo momento. E non va molto meglio sulle altre due corsie, in direzione Porto Torres-Sassari. Anzi, l’ingresso nella camionale è salutato con una serie di saliscendi e compressioni da togliere il fiato. Poi i soliti gradini trasversali (smussati dopo le numerose proteste degli automobilisti) e i soliti tratti di asfalto sberciato. Certo, sono tratti che possono essere affrontati a velocità moderata ma su quella strada si può “volare” a 90 all’ora e solo chi percorre spesso quella strada sa quando deve sollevare il piede dall’acceleratore.
 

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