Sassari, otto ambulanze bloccate al pronto soccorso in ostaggio delle barelle
di Luigi Soriga
Non possono scaricare i pazienti perché non sanno dove sistemarli: le lettighe sono tutte nei reparti
05 gennaio 2018
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SASSARI. Alle 15 in punto il piazzale davanti al pronto soccorso sembra una rimessa per le ambulanze. Ce ne sono parcheggiate otto, e resteranno così per un’ora. Mezzi che dovrebbero fare una toccata e fuga: arrivare, scaricare il paziente, firmare, e ritornare operative nella loro postazione. Invece sono tutte lì, come in freezer, ostaggi delle barelle. Perché il problema è questo: della trenta barelle a disposizione del pronto soccorso, ne saranno rimaste quattro o cinque. Le altre sono sparpagliate tra i vari reparti, perché mancano i posti e allora ogni barella si trasforma in letto. In questo periodo di picco influenzale Medicina interna, Geriatria e Medicina d’urgenza fanno incetta di ricoveri, ospitando pazienti oltre la loro capienza. Ed ecco dove vanno a finire le barelle del pronto soccorso.
Così accade questo: arriva l’ambulanza, scarica il pazienta sulla propria barella, ma non ha la possibilità di trasferirlo sulla barella del pronto soccorso. I volontari del 118 sono così costretti a lunghe attese. E questo si ripercuote naturalmente sull’efficienza del sistema di soccorso, perché se un mezzo non può ritornare alla base e coprire il proprio territorio di competenza, in caso di necessità verrà mobilitata un’ambulanza da una postazione più lontana. Ma i tempi di intervento si allungheranno.
Alla fine, per liberare qualche mezzo dalla catena del pronto soccorso, viene adottata questa soluzione tampone: i pazienti barellati meno gravi vengono fatti accomodare su delle sedie, in modo da svincolare gli accompagnatori del 118. Ma un paio di ambulanze con pazienti costretti a una posizione orizzontale, sono rimaste ostaggio per due ore. Si tratta di un problema molto grave, più volte segnalato alla direzione, e mai risolto. Va avanti da due settimane, e in questi giorni sarà destinato a peggiorare. Basta dare uno sguardo agli schermi della triage per rendersi conto delle condizioni insostenibili in cui opera il pronto soccorso: alle 14,30 le persone in attesa sono 52, e un’ora dopo la lista è scesa a 40. I medici, che sono appena due, fino a quel momento hanno preso in carico solamente codici gialli e rossi. Quindi per i casi meno gravi si parlerà di attese di minimo cinque ore.
La sala d’aspetto sembra un poliambulatorio di geriatria, talmente alta è la decimazione influenzale delle persone anziane. E il tasso di ricovero, quando l’anagrafe è questa, è altissimo. Ecco perché di barelle, al pronto soccorso, non c’è neanche l’ombra.
Così accade questo: arriva l’ambulanza, scarica il pazienta sulla propria barella, ma non ha la possibilità di trasferirlo sulla barella del pronto soccorso. I volontari del 118 sono così costretti a lunghe attese. E questo si ripercuote naturalmente sull’efficienza del sistema di soccorso, perché se un mezzo non può ritornare alla base e coprire il proprio territorio di competenza, in caso di necessità verrà mobilitata un’ambulanza da una postazione più lontana. Ma i tempi di intervento si allungheranno.
Alla fine, per liberare qualche mezzo dalla catena del pronto soccorso, viene adottata questa soluzione tampone: i pazienti barellati meno gravi vengono fatti accomodare su delle sedie, in modo da svincolare gli accompagnatori del 118. Ma un paio di ambulanze con pazienti costretti a una posizione orizzontale, sono rimaste ostaggio per due ore. Si tratta di un problema molto grave, più volte segnalato alla direzione, e mai risolto. Va avanti da due settimane, e in questi giorni sarà destinato a peggiorare. Basta dare uno sguardo agli schermi della triage per rendersi conto delle condizioni insostenibili in cui opera il pronto soccorso: alle 14,30 le persone in attesa sono 52, e un’ora dopo la lista è scesa a 40. I medici, che sono appena due, fino a quel momento hanno preso in carico solamente codici gialli e rossi. Quindi per i casi meno gravi si parlerà di attese di minimo cinque ore.
La sala d’aspetto sembra un poliambulatorio di geriatria, talmente alta è la decimazione influenzale delle persone anziane. E il tasso di ricovero, quando l’anagrafe è questa, è altissimo. Ecco perché di barelle, al pronto soccorso, non c’è neanche l’ombra.