La Nuova Sardegna

Sassari

«Le Valli, bomba da disinnescare»

di Giovanni Bua
«Le Valli, bomba da disinnescare»

Porcellana (Comitato Ambiente): «Per metterle in sicurezza dall’acqua vanno bucati i terrapieni»

07 gennaio 2018
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SASSARI. Il problema è noto, presente nei documenti di programmazione urbanistica cittadina e nelle mappe di rischio idrogeologico. Ma di cercare una soluzione per ora non se ne parla. Nonostante una, almeno tampone, sia a portata di mano, e di tasca. E sia indicata nelle stesse pagine del Pai.

Si parta della valle del Fosso della Noce, dove i terrapieni del viale Trento e viale trieste costituiscono degli argini talmente elevati da poter mandare sott’acqua una moltitudine di edifici edificati lungo l’asse vallivo che corre tra viale Umberto e via principessa Jolanda, con l’onda di piena che arriverebbe a Viale San Francesco e scenderebbe naturalmente alla valle del Rosello e oltre, salvo altri ostacoli.

Un pericolo teorico, ma presente, di cui chiede conto il Comitato Ambiente Sassari, per bocca del suo presidente Giuseppe Porcellana. «Il rischio maggiore – sottolinea Porcellana – sussiste nel caso di un fenomeno torrenziale quale quello studiato nel Pai. E si evidenzia nella linea di livello massimo che raggiungerebbe ad esempio nella traversa di via Fancello, allagando diversi appartamenti al primo piano dei palazzi prospicenti, arrivando addirittura sino al quarto piano di quelli edificati sotto il terrapieno di Viale Trento e via via discendendo verso Viale Trieste». «Uno scenario apocalittico – sottolinea l’ambientalista – che avrebbe dovuto creare allarme rosso alle amministrazione comunali succedutesi da circa 10 anni in quanto compete loro la protezione civile e la salvaguardia delle vite umane, laddove un evento di tale portata nel pieno centro urbano potrebbe causare centinaia di vittime oltre ad uno scempio ambientale irreparabile con immani costi anche economici».

«Eppure – continua Giuseppe Porcellana – nel Pai stesso è già indicata la soluzione: perforare con adeguati tubolari i terrapieni per far defluire le acque di piena e scongiurare gli effetti catastrofici. L’impegno di spesa per l’amministrazione è intuitivamente modesto e del tutto irrisorio rispetto all’enormità dei danni e dei costi relativi alla catastrofe annunciata. Quindi ci si meraviglia che le amministrazioni competenti poste difronte a un tale gravissimo problema, non si siano prontamente attivate per realizzare con responsabile immediatezza quanto necessario almeno per mitigare il rischio idrogeologico e e liberare centinaia di appartamenti, magazzini e garages sottoposti al vincolo del Pai, dal conseguente deprezzamento e pregiudizio della piena godibilità che grava su tali immobili».

«L’allarme è suonato – chiude Porcellana – giungendo a tanti cittadini ignari e disinformati. Riteniamo che l’attuale amministrazione che è stata capace di far arrivare a Sassari finanziamenti milionari importantissimi per la città, non trovi nessuna difficoltà a trovare nelle pieghe del bilancio le somme necessarie per ragioni di urgenza relative al problema».



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