La Nuova Sardegna

Sassari

Ittiri, antico calice rubato nella chiesetta di Monserrato

Ittiri, antico calice rubato nella chiesetta di Monserrato

I ladri sono entrati nell’edificio forzando una porta laterale Lo sconforto del parroco: «Un oggetto di valore religioso»

09 gennaio 2018
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ITTIRI. Furto sacrilego nella chiesa della Madonna di Monserrato, dove nella notte tra domenica 7 e lunedì 8, i ladri hanno rubato dalla sacrestia il calice in argento che era gelosamente custodito in un armadio assieme ai paramenti perché era l’unica “reliquia” della chiesa di Santa Croce demolita agli inizi del secolo scorso.

A dare l’allarme è stato un signore che coltiva un orticello in un cortile retrostante la chiesa che ha visto la porta laterale - che accede su un piccolo corridoio all’aperto che porta all’ingresso laterale della chiesa - spalancata. Allo stato non risulterebbe formalizzata alcuna denuncia ai Carabinieri. Da una prima sommaria ricostruzione dei fatti si evince che chi ha compiuto il furto dovrebbe aver usato un canale in rame che convoglia le acque del tetto per scavalcare il muro di cinta e raggiungere la porta d’ingresso laterale e scassinare la serratura per raggiungere la sacrestia. Una volta dentro, dopo aver rovistato tutti i cassetti e aperto gli armadi, si sono impossessati del prezioso calice in argento dell’altezza di circa 25 centimetri dove sono rappresentati i segni della passione del Cristo.

Grande costernazione e amarezza nelle parole di Don Nicola parroco di San Pietro in Vincoli, che ha giurisdizione sulla piccola chiesa di Monserrato. «Era l’unico oggetto di valore presente nella sacrestia, ci auguriamo - prosegue Don Nicola - che chi ha portato via il calice, che rappresenta un grande valore religioso per la collettività cristiana, capisca la gravità del gesto e provveda a restituirlo. Mi appello - conclude il sacerdote - alla sensibilità e alle radici cristiane di chi ha privato la collettività di un così importante simbolo di fede, confido in un ravvedimento che induca alla restituzione al più presto».

Purtroppo la chiesa non è dotata di impianto di video sorveglianza e neppure nelle vicinanze, pare, esistano sistemi che possano aver ripreso chi ha portato a segno il “colpo”. Il calice è stato usato, per l’ultima volta, il giorno dell’Epifania per la celebrazione della santa messa. Molti i fedeli, sopratutto donne, che si sono recati nella piccola chiesa per prendere visione dell’accaduto e invocare il ritorno di uno dei simboli della collettività cristiana. (re.cr.)



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