La Nuova Sardegna

Sassari

la sentenza 

Non partecipò a una rissa 26enne assolto dopo sei anni

Non partecipò a una rissa 26enne assolto dopo sei anni

SASSARI. Lui, quel giorno di gennaio di sei anni fa, lo ricorda molto bene. E ricorda soprattutto di aver avuto all’epoca un busto ortopedico (in seguito a un incidente stradale) che non gli...

12 gennaio 2018
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SASSARI. Lui, quel giorno di gennaio di sei anni fa, lo ricorda molto bene. E ricorda soprattutto di aver avuto all’epoca un busto ortopedico (in seguito a un incidente stradale) che non gli permetteva di muoversi agevolmente, «figuriamoci se mi sarei infilato in mezzo a una rissa. Mi ci sono ritrovato dentro senza nemmeno accorgermene».

E il giudice Elena Barmina ha creduto a Omar Pintus (che oggi è un ventiseienne) e a distanza di sei anni dai fatti lo ha assolto perché il fatto non sussiste. Il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a sei mesi derubricando il reato in lesioni.

Tutto accadde il 14 gennaio del 2012 quando in corso Margherita di Savoia scoppiò una rissa che coinvolse otto giovani. Alla fine ne rimasero due: Pintus e un altro minorenne che rimase ferito. A quest’ultimo i carabinieri intervenuti sul posto trovarono un coltello in tasca, per lui ha proceduto il tribunale dei minori.

Era stato proprio il minorenne a raccontare cosa accadde quel 14 gennaio. Disse cioè che si trovava in compagnia di un cugino e di un amico con i quali stava raggiungendo la fermata dell’autobus, mentre passavano davanti a un bar alcuni giovani avrebbero cominciato a insultare i suoi due amici. Lui aveva chiesto il motivo e per tutta risposta quei ragazzi – così il giovane aveva raccontato nella denuncia – avevano prima lanciato bottiglie e poi si erano scagliati contro di lui con calci e pugni. All’arrivo dei carabinieri il ragazzino era ancora a terra. Gli altri nel frattempo di erano dileguati. Tranne Pintus che aveva spiegato di essersi ritrovato a passare lì davanti per caso. Il giovane sarebbe quindi finito in un vortice di botte e insulti, nonostante avesse il busto che lo rendeva sicuramente più fragile. Nel corso del processo il suo avvocato Patrizia Marcori ha chiamato a testimoniare diverse persone che hanno confermato il racconto dell’imputato. E così il giudice lo ha assolto. (na.co.)

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