La Nuova Sardegna

Sassari

“Casette in Canadà” consegnati i primi dodici appartamenti

di Vincenzo Garofalo
“Casette in Canadà” consegnati i primi dodici appartamenti

Lavori per 550mila euro nel blocco di Monte Rosello Molta soddisfazione ma tra i residenti c’è chi si lamenta

13 gennaio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. È una cerimonia dai due volti quella per la consegna ufficiale delle dodici case popolari ristrutturate dal Comune nel blocco delle “casette in Canadà”, nel quartiere Monte Rosello. Alle 9 e 30 di ieri, in via Anglona si può incrociare il volto di Giovanni Saba, 80 anni, da cinquanta abita con la moglie in uno degli appartamenti appena ristrutturati e quando l’assessore alle Politiche abitative, Ottavio Sanna, fa il suo nome come a un appello scolastico e gli consegna le chiavi di casa, lui non si trattiene e ride, felice come un bambino: «Se sono contento? Abito qui da cinquant’anni, ci ho cresciuto i miei figli, e adesso mi danno la casa rimessa a nuovo. Sono contentissimo», dice con gli occhi che gli brillano. «Adesso ci hanno messo pure il riscaldamento, così non ci sarà più l’umidità che abbiamo sopportato da sempre. E non pioverà più dal tetto, che hanno rifatto nuovo». Quello che lo rende più felice è di poter finalmente tornare nel suo quartiere: da luglio era stato costretto a trasferirsi in un alloggio individuato da Palazzo Ducale, in via Canopolo, nel centro storico. Una soluzione temporanea a spese del Comune che il pensionato ha sopportato: «Per carità, qui è un’altra cosa. Almeno posso parcheggiare la macchina sotto casa».

Ma c’è anche il volto di Maria Assunta Sanna, 63 anni, assegnataria di un appartamento di poco più di 50 mq al primo piano. Vive in quella casa con marito e due nipoti e un pronipote di appena 2 anni: cinque persone stipate in una camera da letto, soggiorno, cucinino e bagno. «Io abito qui da quando avevo 2 anni e ci siamo dovuti arrangiare. Adesso hanno ristrutturato e ci hanno demolito il soppalco dove c’erano i letti», protesta alzando la voce, esasperata. «Dicono che era abusivo, ma noi adesso come viviamo in cinque in una stanza?». La nipote Valentina Dore pressa da un centimetro uno degli ingegneri dell’impresa che ha svolto i lavori e gli fa notare tutti gli errori della ristrutturazione: «Il placcaggio della cucina è fatto coi piedi, le piastrelle sono tutte fuori linea, in bagno non c’è nemmeno una presa, e le porte sono fuori squadra, non si chiudono». Anche Nina Tolu, che abita al piano di sotto, non è contenta: «Va bene, la ristrutturazione andava fatta perché le case erano umide e c’erano infiltrazioni, ma in questi mesi abbiamo subito troppi disagi». Sorride invece Maria Tanda: «Il mio appartamento non aveva bisogno di grossi interventi, perché negli anni avevamo fatto diverse manutenzioni e migliorie. Comunque sono contenta di rientrare a casa».

L’assessore Ottavio Sanna, che con il sindaco Nicola Sanna, ha consegnato gli appartamenti agli inquilini, ascolta tutti e media: «Abbiamo già chiesto alle imprese di rimediare agli inconvenienti e interverranno al più presto. L’intervento in questi appartamenti ci ha consentito di restituire agli assegnatari delle case dignitose, su cui non si faceva manutenzione da decenni». L'investimento totale per i lavori realizzati a oggi ammonta a 550mila euro, e la Regione ha stanziato altri 600 mila euro per i successivi interventi che prenderanno il via nel 2018, e che permetteranno di ristrutturare altri dodici appartamenti.

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative