Dinamo e arbitri, caro Petrucci intervenga
Lettera del direttore della Nuova Sardegna al presidente della federbasket dopo la partita fra Sassari e Murcia di Champions
Caro Presidente, mi rivolgo a lei come uomo di sport (4 volte presidente del Coni) ma soprattutto come presidente della Fip (Federazione Italiana Pallacanestro). Le scrivo perché mercoledì sera la Dinamo Sassari ha perso contro gli spagnoli del Murcia per un grave errore arbitrale. A un minuto dal termine, dopo una rimonta da meno 18 punti a -4, la terna ha deciso di penalizzare la squadra con un fallo tecnico. Un errore palese, come si è visto dai filmati, che ha affondato la Dinamo. Due tiri liberi al Murcia, palla agli spagnoli, match finito.
Non la importuno solo per questo. In altre partite è accaduto di peggio. Non vorrei che nel basket avvenga ciò che succede già nel calcio dove Real Madrid e Barcellona godono di ampia protezione arbitrale. I team iberici, anche nella pallacanestro, dispongono di forti investimenti e ce ne rendiamo conto a ogni occasione perché sono molto competitivi. La Dinamo Sassari e le altre squadre italiane impegnate nelle Coppe non chiedono protezioni particolari o favoritismi ma assoluta equità. Lei mi dirà che tutti possono sbagliare. E’ vero. Ma l’errore tecnico è grave perché lì subentra una forte discrezionalità dell’arbitro. Più 38 tiri liberi contro i 16 a favore dei sardi, 30 falli fischiati contro i 19 al Murcia. I numeri dicono tutto. Lei sa che la Dinamo rappresenta un valore assoluto nel basket. Per Sassari e per i sardi.
Ha vinto qualche anno fa uno scudetto, è quasi sempre finalista nei vari tornei. Non tollera abusi nè prepotenze. Vuole giocarsi le proprie carte sul parquet con i suoi giocatori e il suo tecnico.
Caro presidente Petrucci, io credo che lei debba chiamare Patrick Baumann, numero uno della Fiba (Federazione internazionale di basket) per fargli capire che questo Paese (già penalizzato ai campionati europei femminili da decisioni improprie degli arbitri) non può essere trattato in questo modo. Troverà le parole, ne sono certo, per convincere Baumann che non siamo difronte a una lamentazione dei soliti italiani ma a dati di fatto incontrovertibili. Buona chiacchierata.