La Nuova Sardegna

Sassari

In aumento i detenuti stranieri il record nel carcere di Bancali

In aumento i detenuti stranieri il record nel carcere di Bancali

Diffusi dal ministero della Giustizia dati elaborati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Calligaris (SDR): «La Sardegna come discarica sociale, gravi carenze negli organici delle strutture»

14 gennaio 2018
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SASSARI. In costante aumento i detenuti stranieri nelle carceri sarde e nella casa circondariale di Bancali nel corso di un anno sono passati da 134 a 181, battendo in numeri assoluti la presenza di stranieri nella Colonia Penale di Mamone-Lodè (172) che tradizionalmente era depositaria del record.

La situazione emerge dalle statistiche diffuse dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria e dal ministero della Giustizia con i dati che fotografano la situazione degli istituti di pena dell’Isola. A rilanciarli è stata Maria Grazia Calligaris, presidente di “Socialismo Diritti e Riforme” che ha messo a confronto le cifre dell’Ufficio statistiche.

«La Sardegna non sembra voler venire meno al ruolo di “discarica sociale detentiva” – ha detto Maria Grazia Calligaris – . In un anno le carceri sarde hanno registrato un incremento di persone private della libertà, in particolare di detenuti stranieri, prevalentemente extracomunitari. Il 31 dicembre 2016 erano complessivamente 532, alla stessa data dell’anno appena concluso sono invece risultati 813».

L’esponente di Socialismo Diritti e Riforme sottolinea che «i ristretti nei 10 istituti della Sardegna sono 2.380 ma erano un anno fa 2.137. Sono quindi aumentati di 243 unità. Il saldo negativo ha però riguardato i cittadini stranieri privati della libertà».

Dalle statistiche elaborate dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria emerge anche che i detenuti per regione di nascita, vale a dire i sardi nelle strutture penitenziarie sono 1.150. Un dato che - secondo Calligaris - conferma l’inutilità per l’Isola di 2.706 posti di carcerazione e dell’uso degli spazi locali per “scaricare” in Sardegna problematiche di altra origine ».

La crescita costante di detenuti, e in particolare di quelli stranieri - secondo quanto afferma la presidente di SDR - pone degli interrogativi e impegna le istituzioni locali su diversi fronti. Innanzitutto sanitari e culturali. Perché i problemi, purtroppo, non mancano, e sono anche rilevanti.

«Nel frattempo infatti non sono aumentati gli operatori penitenziari (agenti della polizia penitenziaria, educatori, mediatori culturali nonché i sanitari, tutti i settori sono in evidente sofferenza) – sottolinea ancora Maria Grazia Calligaris – con la conseguenza di episodi preoccupanti quali aggressioni e atti di autolesionismo. La campagna elettorale ormai in corso non sembra orientata ad affrontare queste problematiche che, se risolte, invece migliorerebbero la qualità della vita di tutti i cittadini, senza aggettivi». (g.b.)



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