La Nuova Sardegna

Sassari

il personaggio 

L’intuizione di Billia salvò il Cagnulari da sicura estinzione

di Franco Cuccuru
Billia Cherchi
Billia Cherchi

USINI. La cultura vitivinicola a Usini ha tradizioni antichissime. Gran parte dell’economia del paese è basata sulla produzione di vino e a confermarlo sono i dati che con oltre 360 ettari di...

14 gennaio 2018
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USINI. La cultura vitivinicola a Usini ha tradizioni antichissime. Gran parte dell’economia del paese è basata sulla produzione di vino e a confermarlo sono i dati che con oltre 360 ettari di superficie vitata, estesa per tutto il territorio posiziona Usini al 13° posto in Sardegna. Negli ultimi anni c’è stato un vertiginoso crescita di produttori che dopo aver abbandonato i metodi tradizionali si sono mesi al passo coi tempi con l’utilizzo di nuovi mezzi all’avanguardia e l’uso della tecnologia per stare nel mercato che conta con una adeguata ristrutturazione delle cantine. Il vino principe è il Cagnulari oggi considerato prodotto di punta che caratterizza le produzioni locali diventato vero simbolo e non è un caso che Usini viene chiamato il “Paese del Cagnulari. Sì, perché è da qui che è partita la rivalutazione di questo vitigno destinato all’estinzione. È giusto ricordare che questo prestigioso vitigno ha una firma particolare e se oggi si parla di Cagnulari lo si deve soltanto a una persona Billia Cherchi (nella foto) che lo ha rilanciato e valorizzato. Zio Billia, ha creduto nella rivalutazione del Cagnulari salvandolo dall’estinzione impiantando estensioni di vitigni per poi metterlo in bottiglia. Come detto Billia Cherchi è stato il primo a imbottigliare, nei primi anni Settanta ha fondato la cantina e col passare degli anni si è passati all’imbottigliamento al punto da conquistarsi l’attenzione degli esperti nazionali, varcando in poco tempo i mercati internazionali e mondiali. Su questo esempio adesso Usini con orgoglio è arrivata ad avere nove cantine che producono vino imbottigliato di grande qualità e ognuno di questi si è ritagliato un posto importante nel campo dell’enologia moderna come la Cantina Carpante di Giorgino Careddu e figli, l’azienda vitivinicola Francesco Fiori, i vini di Giovanna Chessa, la cantina Tanarighe di Giovanni Chessa, Galavera di Tonino Merella, i vini di Guido Pisoni e le cantine di Sandro Panzali e Salvatore Chessa. Ma non vanno trascurati anche gli eccellenti vino di centinaia di produttori privati. A breve qualcuno potrebbe allungare l’elenco delle cantine ufficiali.

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