La Nuova Sardegna

Sassari

L’antica torre aragonese tra sporcizia e degrado

di Gavino Masia

Niente manutenzioni, progetto di recupero assente e il monumento affonda  Gli ultimi a occuparla furono gli operai Vinyls in lotta per la difesa del lavoro

16 gennaio 2018
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PORTO TORRES. La torre Aragonese ha quasi 700 anni di storia e rappresenta uno dei monumenti simbolo della città prima sedotta e poi abbandonata al suo triste declino di non fruibilità per visitatori e turisti. Negli ultimi anni è stata anche il simbolo della lotta operaia di chi voleva difendere il posto di lavoro contro il piano di smantellamento degli impianti industriali della Marinella.

Allo stato attuale, invece, il perimetro esterno dell’antica torre è circondata spesso da cumuli di spazzatura e imbrattata da writer. All’interno le condizioni dei locali e delle mura sono ancora più critiche: le due finestre fronte mare e fronte prato verde sono aperte e frantumate, probabilmente da lanci di pietre, e appaiono visibili delle crepe di notevole dimensione sui muri perimetrali. Dopo l’intervento degli anni Ottanta, a cura della Soprintendenza ai beni architettonici, la torre è stata praticamente abbandonata a sé stessa e al degrado delle intemperie. Praticamente assenti le manutenzioni.

La competenza. Finalmente a distanza di anni si è chiarita la vicenda concernente la proprietà e la responsabilità relativa alla gestione e all’uso corretto della torre Aragonese. La questione era nata nel 2003, quando il Comune aveva annunciato di voler presentare un progetto di valorizzazione del monumento simbolo della città, chiedendo agli enti pubblici interessati le autorizzazioni necessarie per gestire il bene demaniale. Il caso era stato ripreso quando la cooperativa Bisleonis aveva chiesto di poter utilizzare la torre come base operativa per l’accoglienza dei turisti in arrivo con le navi da crociera. Solo nel 2016, però, la Direzione regionale dell’Agenzia del demanio è venuta a capo del bandolo della matassa inviando una nota al Comune e all’Autorità portuale, per chiarire che la torre Aragonese rientra all’interno del perimetro del porto, confini stabiliti con apposito Decreto ministeriale, ed è quindi di competenza dell’Authority.

L’ultimo sopralluogo. L’ultima visita all’interno della fortezza costruita nel 1325, per decisione dell’ammiraglio aragonese Carroz, è stata effettuata a metà dell’anno scorso dai tecnici della Soprintendenza archeologica. Dalla relazione risulta che, oltre alle vecchie masserizie accumulatesi nei locali, c’è una consistente presenza di piccioni che hanno creato uno spesso manto di guano sul pavimento. I volatili entrano dalla porta del terrazzo e dai vetri rotti delle finestre, creando una situazione igienico-sanitaria alquanto precaria.

Restauro mancato. Nel settembre 2007 l’amministrazione approvò una delibera dove manifestava la volontà di procedere al restauro della torre attingendo ai fondi che la finanziaria di quell’anno aveva destinato alla Sardegna. Si trattava di 5 milioni di euro e per il monumento occorrevano intorno ai 500mila euro. Il progetto prevedeva la rimozione dell’intonaco esterno e interno, il rifacimento della pavimentazione, l’eliminazione delle barriere architettoniche esterne, la sistemazione dell’impianto elettrico e il consolidamento del tetto, delle mura e della volta.

Da allora ad oggi è aumentato solo il degrado strutturale e la torre non è fruibile al pubblico.

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