La Nuova Sardegna

Sassari

Ladri scatenati nell'istituto di Sacro Cuore, danni irreparabili

di Giovanni Bua
Ladri scatenati nell'istituto di Sacro Cuore, danni irreparabili

Sassari, sette furti in tre mesi nella scuola e il dirigente accusa: «Noi dimenticati dal Comune, siamo disperati»

16 gennaio 2018
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SASSARI. Sette furti negli ultimi tre mesi, di cui l’ultimo pochi giorni fa. Quasi 30mila euro di danni, con 18 notebook, 7 proiettori multimediali, 4 stampanti portate via solo dalla sede centrale. Danni agli infissi interni ed esterni, cancellate provvisorie messe a sue spese dalla scuola divelte, atti di vandalismo di ogni tipo quasi quotidiani. E, ironia della sorte, la casa che era in uso all’ex custode, andato in pensione da quasi vent’anni e successivamente defunto, occupata abusivamente dalla famiglia dell’uomo. Che ha accesso continuo al cortile e addirittura una porta di comunicazione diretta con la scuola.

Questa la surreale, e drammatica, situazione che vive l’istituto comprensivo di Monte Rosello Basso. Con il dirigente scolastico Vittorio Sanna che, dopo l’ennesimo furto, ha preso carta e penna e scritto una furente lettera a sindaco, prefetto e direttore generale del Miur. Chiedendo la riparazione dei danni (e la restituzione dei soldi anticipati) il ripristino delle condizioni minime di sicurezza, e la soluzione del problema relativo all’occupazione abusiva della casa del custode.

«La costante emergenza – denuncia il dirigente – sta creando una cultura difensiva da bunker, totalmente opposta alla strategia di apertura al territorio perseguita dal nostro istituto comprensivo. Il senso di impotenza e di abbandono di fronte alle innumerevoli segnalazioni sempre ignorate sta inoltre causando una drammatica indifferenza rispetto ai continui atti vandalici».

Ma non basta. La continua razzia di ogni materiale tecnologico: «Sta generando difficoltà enormi – sottolinea il dirigente – fino quasi all’oggettivo impedimento, nel processo di innovazione tecnologica e digitalizzazione. Creando un divario enorme di potenzialità didattico-formativa e organizzativa con altre realtà scolastiche cittadine aggravando quello già presente a causa del contesto sociale e della criticità degli edifici». Un grido d’allarme difficile da ignorare, anche perché arriva da uno dei Comprensivi più “caldi” della città, che comprende la sede San Giovanni Bosco, la scuola dell’infanzia e secondaria di primo grado (la ex scuola media 6) sull’altro lato di piazza Sacro Cuore, la scuola secondaria di via Pavese (l’ex scuola media 4) e la scuola primaria castellaccio di via Baldedda. Per ogni plesso il dirigente mette nero su bianco le sue richieste al Comune, che partono dalla restituzione dei migliaia di euro anticipati per l’installazione di cancellate e inferriate, ripetutamente forzate, alla messa in opera dei sistemi di allarme, quando sono presenti, o all’installazione di nuovi dove sono assenti.

C’è poi la questione della casa del custode, con gli occupanti che hanno libero accesso al cortile della sede San Giovanni Bosco. «E di fatto – denuncia il dirigente – con la loro “gestione” del cancello danno libero accesso a chiunque». L’appartamento inoltre, pur essendo collocato proprio sotto le aule è completamente fuori controllo: «Non conosciamo – scrive Sanna – lo stato degli impianti, le attività che si svolgono all’interno né i materiali giacenti. E ci chiediamo perché il Comune, pur conoscendo il gravissimo vulnus per la sicurezza che la presenza di estranei nel plesso comporta, la permetta».

«L’istituto comprensivo Monte Rosello Basso – chiude il dirigente – pur rappresentando l’unico contrasto esistente nel quartiere contro la povertà educativa e la dispersione scolastica, e nonostante un biennio di azioni importanti verso la creazione di una comunità educante allargata al territorio, è così destinato a un inesorabile declino, e a una fuga di chi lo frequenta. Non lo permetteremo. Chiediamo con forza al Comune di intervenire, e pur nel rispetto delle relazioni istituzionali e comprendendo le difficoltà in cui versano tutte le amministrazioni pubbliche, faremo tutto quello che è necessario per impedirlo».

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