La Nuova Sardegna

Sassari

«Se Forestas lascia l’Asinara si vanifica il lavoro già fatto»

di Gavino Masia

Il Parco nazionale chiede alla Regione di confermare la presenza sull’isola per gli interventi previsti Il vice presidente Antonio Diana: a ottobre era stata siglata una nuova convenzione quinquennale

18 gennaio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. Il Consiglio direttivo del Parco nazionale dell’Asinara ha deciso di aprire una interlocuzione con la Regione perché ritiene che la giunta regionale non può permettere che l’Agenzia Forestas abbandoni improvvisamente l’isola parco. Una richiesta formulata durante l’animata riunione di martedì sera, negli angusti locali di via Josto, e che fa seguito alle proteste delle scorse settimane da parte della segreteria cittadina del Pd e del sindaco Sean Wheeler.

«Forestas è un ente strumentale della Regione – ricorda il vicepresidente dell’Ente Antonio Diana – e tutti i beni che ci sono sull’isola vanno manutenzionati: la Regione non può pretendere che sia il parco, attraverso fondi ministeriali, a tenere in ordine le sue strade e i suoi edifici. E altrettanto non può chiedere all’Ente Parco di occuparsi in prima persona della cattura degli animali, che allo stato attuale stanno creando un danno alla vegetazione e alla biodiversità dell’isola». Eppure Ente Parco e Forestas hanno siglato lo scorso ottobre una nuova convenzione quinquennale che permetteva all'ente regionale, attraverso accordi puntuali con il Parco, di intervenire su tutta l’isola. Per la cattura di animali, manutenzioni e interventi sulla rete viaria secondaria. Nella convenzione sono previste anche la manutenzione e il miglioramento della rete viaria e della sentieristica escursionistica, presente sul territorio del Parco, e gli interventi nel settore del controllo, eliminazione e gestione del carico di animali domestici inselvatichiti. E ancora l’educazione ambientale e di divulgazione e la realizzazione di progetti di ricerca e di sviluppo tecnologico, da concordare e realizzare in collaborazione con l'Ente Parco. Un accordo che confermava la necessità per l’Asinara di essere sottoposta a cure costanti e quotidiane attraverso personale specializzato, quindi, e con un presidio fisso sull’isola. E non la possibilità di operare attraverso progetti e convenzioni con l’Agenzia Forestas, soprattutto perché potrebbero risultare molto onerose e difficilmente spendibili per le casse del Parco. «Chiediamo alla Regione che non si tiri indietro dopo che l’Ente Parco ha investito risorse ingenti negli ultimi anni – aggiunge Diana –, perché si rischia di vanificare il lavoro fatto in precedenza, comprese quelle finanziate due anni fa a favore del Corpo forestale della Sardegna (circa 200mila euro) per acquistare dei gommoni utili al collegamento e per il controllo dell’isola. A distanza di così tanto tempo non abbiamo ancora visto niente di quanto richiesto e nel frattempo all’Asinara manca quel controllo che pretendiamo: se continua così, siamo costretti a chiedere al Ministero di far intervenire i carabinieri forestali». Un appello per ribadire che la Regione deve investire con uomini e mezzi propri per valorizzare l’isola e farla diventare veramente un volano di sviluppo per tutto il nord Sardegna.

In Primo Piano
Il caso

Fucilate contro le telecamere della videosorveglianza a Orgosolo

Le nostre iniziative