La Nuova Sardegna

Sassari

Ultras, a volte per il Daspo basta la presenza

Ultras, a volte per il Daspo basta la presenza

In Cassazione il caso dei disordini provocati dagli Sconvolts cagliaritani in città. Respinti due ricorsi

18 gennaio 2018
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SASSARI. Ci sono ultras che meritano il Daspo a prescindere dalle prove della loro partecipazione a un’azione violenta e antisportiva. È questo il senso di una sentenza della Cassazione che si è occupata dei disordini di Sassari del 25 marzo 2017.

La terza sezione penale della Suprema corte ha respinto il ricorso di due ventenni affermando che non cambia nulla sotto il profilo della responsabilità personale essere stati identificati qualche ora dopo i fatti e a duecento chilometri di distanza. Era il caso dei due ultras cagliaritani che erano stati identificati dalla Polizia a Cagliari insieme ad alcuni dei 180 affiliati alla frangia degli Sconvolts calati in città mascherati e armati di catene, bastoni, aste portabandiere, bombe carta e fumogeni. È ancora nitido il ricordo di quella marcia violenta da via Padre Zirano alla stazione ferroviaria, dove gli ultras furono bloccati dalla polizia che dovette anche arginare la controffensiva dei tifosi sassaresi.

Stefano T. e Daniel B., rispettivamente di 21 e 23 anni, entrambi incensurati, avevano presentato un ricorso contro l’ordinanza del gip di Sassari che aveva convalidato il Daspo emesso dal questore. I due cagliaritani avevano eccepito l’erronea applicazione, da parte del giudice, della legge penale in quanto entrambi erano stati semplicemente identificati a bordo del pullman che aveva riportato gli “sconvolts” a Cagliari.

Inoltre, aveva ancora argomentato la difesa, non c’era agli atti alcuna immagine che ritraesse i due nel tentativo o nella consumazione di una qualsiasi forma di violenza a Sassari.

La terza sezione penale della Cassazione ha però condiviso le argomentazioni del gip secondo il quale contavano i «comportamenti unitariamente tenuti dai tifosi cagliaritani» che «rafforzavano – scrivono i giudici – la condotta aggressiva sia dei singoli sia di frange».

«Il gip di Sassari – conclude la Cassazione – ha reso una motivazione solida, logica, coerente in ordine alla irrilevanza dei riscontri individualizzanti in un caso, come quello in esame, in cui la forza intimidatrice del gruppo ha costituito il moto re dei disordfini gravissimi alla stazione ferroviaria di Sassari».

I due ultras dovranno pagare duemila euro ciascuno alla cassa delle ammende.

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