La Nuova Sardegna

Sassari

Le orate bio, ecco l’industria del futuro

Le orate bio, ecco l’industria del futuro

Acquacoltura in mare aperto, la Palma d’Oro produce ogni anno 400 tonnellate di pesce di qualità

21 gennaio 2018
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STINTINO. Il mare e l’ambiente: così nasce l’industria del futuro. Grandi cerchi con le reti verdi in mezzo al mare azzurro: a Stintino la si può scorgere a circa tre miglia dal porto: si producono orate bio, ma anche spigole e ombrine in mare aperto. É acquacoltura, un settore in netta crescita e sul quale ha investito risorse la “Palma d’Oro”, società che fa riferimento al Gruppo Gloria Maris in Corsica.

Una ventina di dipendenti, produzione annua di oltre 400 tonnellate per metà destinata al mercato italiano e per il restante 50 per cento collocata in territori favorevoli, specie in Francia, Inghilterra e Spagna. Co l’idea di estendere il commercio anche ad altre realtà europee.

«Il nostro è un prodotto di qualità – racconta Philippe Pietri, direttore del sito Palma d’Oro – in competizione diretta con le produzioni della Grecia. A fare la differenza è proprio la qualità del nostro prodotto bio. L’allevamento avviene in mare aperto, in una realtà incontaminata e sicura e le orate allevate in acquacoltura della Palma d’Oro si avvicinano molto al pesce selvatico».

L’attività era cominciata nel 2009, ma la svolta vera e propria si è avuta nel 2013 con la scelta di produrre l’orata bio (molto richiesta) che presto sarà seguita anche dalle spigole e ombrine bio.

«La prospettiva è quella di trasformare l’intero filone di produzione – dice Philippe Pietri – e andare incontro con sempre maggiore decisione al mercato e ai consumatori che chiedono soprattutto prodotti di qualità». (g.b.)



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