La Nuova Sardegna

Sassari

Crisi, affitti troppo alti e degrado il commercio muore lentamente

di Gavino Masia
Crisi, affitti troppo alti e degrado il commercio muore lentamente

L’allarme dei titolari dei negozi: l’amministrazione comunale agisca sui proprietari, canoni assurdi Tra le proposte: più pulizia e cura del verde, parcheggi e promozione delle potenzialità della città

23 gennaio 2018
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PORTO TORRES. Ci sono alcune attività commerciali che hanno chiuso le serrande da mesi e altre che invece le stanno chiudendo in questi giorni nel corso Vittorio Emanuele. Il centro cittadino non appare più come una via dello shopping e della passeggiata per giovani e adulti – soprattutto nelle ore serali – ma assomiglia ora ad una arteria pavimentata nel deserto. «Stanno scomparendo le categorie merceologiche – dice il commerciante di articoli sportivi e tempo libero, Andrea Spano – e questa mancanza sta creando un effetto domino su tutte le altre attività: ci sono anche gli affitti dei locali troppo alti, e l’amministrazione comunale dovrebbe prendere l’iniziativa di riunire commercianti e proprietari degli immobili per trovare una soluzione che renda decisamente più equo il canone di affitto da pagare per poter portare avanti le attività».

Il commerciante ha deciso di chiudere l’altro negozio storico di calzature – 50 anni di attività – perché è venuta meno la clientela e, nonostante gli sforzi, è costretto suo malgrado a far lavorare part-time le due commesse rimaste. «Nel 1988 ho cominciato l’attività – aggiunge Spano – e nel corso degli anni ho visto alti e bassi nel commercio cittadino: negli ultimi dieci anni c’è stato un autentico declino e i ragazzi hanno abbandonato letteralmente il Corso che non offre alcuna attrazione». Roberto Basso ha trasferito il suo negozio di abbigliamento in via Sassari, perché gli affitti del corso Vittorio Emanuele sono troppo alti, e ha un’idea per provare a rilanciare il centro: «Tutte le attività commerciali si dovrebbero consorziare e creare una sorta di galleria commerciale all’aperto. I proprietari dimostrano di non amare la propria città, perché non hanno ancora capito che se muore il commercio si deprezzano tutti gli immobili ad uso commerciale». Marcella Zucca, titolare di un negozio di profumeria, si è resa conto da tempo che il centro non è più trafficato e i primi a subire sono i commercianti. «Non si sta facendo niente per promuovere la città e rendere attrattivo il centro, basta guardare lo scarso decoro del verde della piazza, nonostante Porto Torres abbia tante potenzialità e rappresenti una delle porte principali del nord Sardegna. Le navi da crociera sono una opportunità, ma a quanto pare le compagnie hanno scelto altri porti». Per Tiziana Andolfi, gioielleria storica in centro, bisogna «puntare sul porto e incrementare i traffici marittimi: fare in modo che la viabilità portuale spinga i turisti che scendono dalla nave dentro la città, non al di fuori come avviene oggi, e magari creare eventi interessanti nel fine settimana per invogliare la gente a venire a Porto Torres».

Per Davide Rando, negozio di abbigliamento sotto il porto, il poco decoro fa scappare la gente verso altre località: «Arredo urbano, verde pubblico ed eventi devono essere priorità per rendere attrattivo il centro, è importante segnalare anche la zona dei parcheggi». Per l’assessore alle Attività produttive, Marcello Zirulia, la fiscalità nazionale, assieme al crollo dei consumi, è una delle principali cause della crisi del settore. «Abbiamo introdotto delle agevolazioni – dice –, come ad esempio il taglio del 20 per cento del canone del suolo pubblico, e proseguirà l’impegno nella programmazione di attività culturali per contribuire ad attirare in città più persone, con possibili ricadute anche per il settore. Da parte nostra c’è la volontà di incontrare i rappresentanti delle associazioni di categoria per confrontarci e studiare soluzioni utili, per provare ad arginare la crisi».

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