La Nuova Sardegna

Sassari

«Maninchedda ignora gli accordi»

«Maninchedda ignora gli accordi»

Il sindaco Nicola Sanna risponde al segretario Pds sull’Egas: «È un polemista» 

26 gennaio 2018
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SASSARI. Non si è fatta attendere la contro risposta di Nicola Sanna alle dichiarazioni del segretario Partito dei sardi Paolo Maninchedda che 2 giorni fa in un lungo intervento sul suo blog aveva rivendicato la scelta del sindaco di Nurachi Renzo Ponti alla guida dell’Egas al posto proprio del primo cittadino di Sassari. «Nella nostra isola - ha scritto Nicola Sanna sulla sua pagina facebook - si aggira da diverso tempo il principe dei polemisti, lungi da me voler tentare di sottrargli la palma d’oro, saldamente conquistata sul campo ma, nel quotidiano suo bloggare, l’onorevole Paolo Maninchedda mi cita confermando la mia denuncia. Il suddetto principe dunque - aggiunge Sanna - annuncia solennemente che “il Partito dei Sardi ha convintamente votato alla presidenza dell’Egas Renzo Ponti” sindaco di Nurachi. Con questa affermazione attesta quindi che il suo amico di Partito, il sindaco di Macomer, ha agito obbedendo ad un ordine di partito, in dispregio alle intese raggiunte dai sindaci del Consiglio delle Autonomie Locali. Un organismo assai più rappresentativo di un singolo partito e di un singolo sindaco di un comune grande o piccolo che sia. Con questa dichiarazione - aggiunge Sanna - il principe in questione inoltre conferma che è legittimo che il suo Partito ordini al suo assessore Regionale, di condizionare e produrre una grave ed inopportuna ingerenza nel procedimento della scelta dei vertici degli enti di autogoverno dei comuni. Il Pds ha leso l’autonomia degli enti locali. Maninchedda, dicendo di ignorare le intese tra i sindaci prodotte in seno al Cal, ritiene che gli accordi tra questi siano carta straccia. Insomma un atteggiamento degno delle corti sabaude o aragonesi che hanno governato l’isola con i propri viceré di cui, evidentemente, nel studiarne le cronache il principe in questione ne risulta innamorato nei modi. Tutto il resto non è dietrologia - come lo definisce Maninchedda - è trasparenza»



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