La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, raid all’ecocentro: incendiati quattro mezzi

di Salvatore Santoni
Sorso, raid all’ecocentro: incendiati quattro mezzi

Distrutti i compattatori per la raccolta dei rifiuti: danni per 400mila euro La pista sembra quella del blitz mirato e l’origine del rogo è dolosa

26 gennaio 2018
3 MINUTI DI LETTURA





SORSO. Quattro mezzi ridotti in cenere, insieme ai loro 400mila euro di valore. È questo il bilancio dell’attentato avvenuto all’ecocentro comunale di Sorso la notte tra mercoledì e giovedì. Gli incendiari hanno preso di mira i mezzi per la raccolta differenziata della Sceas, la coop che gestisce l’appalto di igiene urbana del Comune della Romangia. Sul fatto indagano i carabinieri.

Il raid è scattato tra il 24 e il 25 gennaio. In poche decine di minuti le fiamme hanno divorato tre compattatori per la raccolta differenziata e un vecchio furgone. Due squadre dei vigili del fuoco di Sassari hanno lavorato fino a notte fonda per evitare che il rogo si propagasse agli altri mezzi parcheggiati nel piazzale dell’ecocentro. Le operazioni sono state difficili sia per il denso fumo nero sprigionato dai rifiuti stipati nei cassoni sia per la colata di olio idraulico che ha ricoperto il parcheggio. L’ipotesi dell’attentato ha cominciato a farsi largo nel piazzale dell’ecocentro mentre i pompieri erano ancora alle prese con le fiamme. Questo perché i mezzi erano parcheggiati da molte ore e nelle estreme vicinanze non sono presenti sorgenti di energia elettrica. Ma soprattutto perché il rogo li ha divorati tutti nella parte anteriore: il punto prediletto dagli incendiari. Non a caso nella struttura comunale sono arrivati il comandante dei carabinieri di Sorso, Alessandro Masala, e quello della compagnia di Porto Torres, Romolo Mastrolia. Gli inquirenti si sono messi al lavoro già durante la notte concentrando le primissime indagini sui filmati della fitta rete di telecamere di videosorveglianza installate nella struttura comunale gestita dal privato. Si tratta di parecchi occhi digitali che coprono pressoché tutto il perimetro della struttura. Nel frattempo, in attesa di passare al setaccio tutte le registrazioni secondo per secondo, ieri mattina i militari hanno cominciato a investigare con altri strumenti. Con tutta probabilità gli incendiari si sono introdotti nella struttura dalla zona Sud: i militari hanno notato un varco aperto nella rete di recinzione che confina con la sovrastante strada vicinale. Si tratta una zona isolata e buia che rappresenta un accesso agevole. Il mezzo sul quale le fiamme hanno lasciato maggiori segni è uno dei tre compattatori, tra l’altro il più nuovo dei tre inceneriti, che era stato acquistato nel 2015. Si tratta di una macchina fondamentale per effettuare la raccolta differenziata. E proprio questo dettaglio, insieme ad altri indicatori, che fa propendere la ditta verso l’ipotesi di un gesto carico d’odio. Come se gli incendiari avessero agito col bisturi per mettere ko l’operatività dell’azienda. Uno shutdown che però non ci sarà. La ditta si è infatti adoperata fin da subito per trasferire a Sorso alcuni mezzi presenti in altri Comuni della Sardegna così da evitare disservizi ai cittadini nella raccolta dei rifiuti.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative