La Shoah negli scatti di Brasse
A Florinas la presentazione del libro di Onnis e Crippa sulla storia del fotografo
27 gennaio 2018
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FLORINAS. In concomitanza con la “Giornata della memoria” martedì 30 gennaio, alle 16,30 nel centro sociale di Florinas verrà presentato il libro di Maurizio Onnis e Luca Crippa “Il fotografo di Auschwitz”. Il libro racconta la storia di Wilhelm Brasse il fotografo che salvò molte vite e con le sue immagini preservò la memoria di questa atrocità storica. L’evento è promosso dalla Biblioteca di Florinas in collaborazione con l’amministrazione comunale, il Sistema bibliotecario Coros - Figulinas e la Co.Me.S. la cooperativa che riunisce le mediateche sarde.
L’autore del libro Maurizio Onnis è un consulente editoriale che ha viaggiato nei Paesi in via di sviluppo e studiato antropologia e storia delle culture. Wilhelm Brasse era un giovane austro-polacco che rifiutò di arruolarsi nella Wehrmacht e per questo venne internato ad Auschwitz. I suoi compagni vennero inviati presto alla morte, lui invece si salvò perché era un abile fotografo. Per cinque anni visse nel campo e documentò, suo malgrado, le atrocità e l’orrore. La morte terribile di migliaia di prigionieri, le esecuzioni e i terrificanti esperimenti su cavie umane del criminale dottor Josef Mengele.
Oltre cinquantamila scatti che rappresentano un’imprescindibile documentazione di quell’abominio. Brasse riesce a sopravvivere e farà di tutto perché attraverso i suoi scatti si conservi la memoria di Auschwitz. Riuscirà a rischio della vita e con molto ingegno a far pervenire parte delle sue fotografie alla Resistenza. Sono le immagini che noi tutti conosciamo e che hanno contribuito alla ricostruzione di quanto accadde in quei campi di sterminio. Una testimonianza per non dimenticare una fase storica che deve far riflettere soprattutto le giovani generazioni.
Mauro Tedde
L’autore del libro Maurizio Onnis è un consulente editoriale che ha viaggiato nei Paesi in via di sviluppo e studiato antropologia e storia delle culture. Wilhelm Brasse era un giovane austro-polacco che rifiutò di arruolarsi nella Wehrmacht e per questo venne internato ad Auschwitz. I suoi compagni vennero inviati presto alla morte, lui invece si salvò perché era un abile fotografo. Per cinque anni visse nel campo e documentò, suo malgrado, le atrocità e l’orrore. La morte terribile di migliaia di prigionieri, le esecuzioni e i terrificanti esperimenti su cavie umane del criminale dottor Josef Mengele.
Oltre cinquantamila scatti che rappresentano un’imprescindibile documentazione di quell’abominio. Brasse riesce a sopravvivere e farà di tutto perché attraverso i suoi scatti si conservi la memoria di Auschwitz. Riuscirà a rischio della vita e con molto ingegno a far pervenire parte delle sue fotografie alla Resistenza. Sono le immagini che noi tutti conosciamo e che hanno contribuito alla ricostruzione di quanto accadde in quei campi di sterminio. Una testimonianza per non dimenticare una fase storica che deve far riflettere soprattutto le giovani generazioni.
Mauro Tedde
