La Nuova Sardegna

Sassari

Morto per una colecisti, tre chirurghi assolti

di Luca Fiori

Per il giudice non fu l’intervento tardivo dei medici a causare il decesso di un paziente di Nulvi al Civile

27 gennaio 2018
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SASSARI. Non fu l’intervento chirurgico tardivo la causa della morte di Paolo Soddu, di Nulvi, deceduto nel reparto di Chirurgia generale dell’ospedale Civile di Sassari il 25 maggio 2010, 56 giorni dopo il ricovero e una seconda operazione rivelatasi purtroppo inutile. Lo ha stabilito il giudice Maria Teresa Lupinu che ha assolto dall’accusa di omicidio colposo l’ex primario del reparto, Sebastiano Pinna, 70 anni, il suo vice Enrico Colombo di 65 e uno dei medici dell’équipe, Giuseppe Ruggiu di 47 anni.

Per i tre chirurghi, difesi dagli avvocati Nicola Lucchi, Salvatore Porcu ed Enrico Pintus, è arrivata la richiesta di assoluzione anche da parte del pm Paolo Piras. Inizialmente, quando i parenti di Soddu si erano rivolti alla magistratura per chiedere chiarezza su un ricovero per una colecisti trasformatosi in un evento fatale, oltre ai tre medici assolti erano stati indagati per concorso in omicidio colposo anche altri tre camici bianchi.

L’ipotesi di partenza della Procura, che si era avvalsa della consulenza tecnica di un esperto, era quella che i sei chirurghi avessero deciso di operare Soddu quando era troppo tardi, nonostante la gravità delle sue condizioni fosse evidente dall’ingresso in ospedale. Al momento del rinvio a giudizio, per tre medici inizialmente indagati era arrivato il proscioglimento.

Secondo gli accertamenti dell’allora pm Carlo Scalas e le consulenze tecniche del medico legale Francesco Paribello, dell’anestesista Gabriele Finco e del docente dell’Università di Cagliari, il chirurgo Giuseppe Casula, i medici avrebbero deciso di operare Soddu 8 giorni dopo l’ingresso in ospedale e non entro le 24-48 ore che era il limite massimo per una patologia già in fase acuta. Casula aveva sottolineato alcuni aspetti critici delle scelte cliniche e indicato come immotivato – almeno stando alla descrizione in cartella clinica – il secondo intervento. Il caso era poi passato nelle mani del sostituto procuratore Paolo Piras, considerato tra i massimi esperti sui casi di colpa medica. Durante la requisitoria il pm – che ha chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste – ha ricostruito la vicenda sostenendo che il paziente fosse entrato in ospedale con delle gravi patologie che poi portarono al decesso.



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