La Nuova Sardegna

OSILO. Eccellenza, assoluta e riconosciuta. Che però con difficoltà va oltre i confini del circondario. E cresce oltre il limite dell’impresa familiare, o della piccola cooperativa. Se c’è un settore che esemplifica la situazione osilese è quello della produzione del formaggio: il pecorino riconosciuto a livello internazionale inserito nella prestigiosa lista dei presìdi di slow food, riconoscimento riservato a soli sette alimenti in Sardegna (soli tre formaggi). Eppure il tentativo di ottenere il marchio Dop è fallito. Come quello di far salire la produzione che non arriva a una 1000 quintali l’anno. «La cosa incredibile – sottolinea Gavinuccio Turra – è che il prodotto non si discute. Ma nonostante questo noi, che 35 anni fa avevamo 100 piccoli produttori, siamo rimasti in 7-8. E non riusciamo a trasformare nemmeno un terzo del nostro latte “salato” dal maestrale». Lui, 60 quintali di pecorino prodotti nell’azienda ereditata dal padre Giovanni, del consorzio per ottenere il Dop era il presidente. «Ora mi accorgo di non avere più l’energia per provare a mettere tutti d’accordo. Ho trovato la mia dimensione, a gestione familiare. E mi concentro sul mio prodotto».

Così anche le socie della coop oz-el, partite in 12 nel 2000 e rimaste in 3 a gestire l’unica pasticceria di Osilo. «Le nostre casadinas tirate a mano sono famose – spiega Luisella Piana –, ma non riusciamo a fare lo scatto decisivo per allargare il nostro mercato. Lavoriamo noi tre, un dipendente e un tirocinante. Ci servirebbe un po’ di aiuto, e un bel po’ di coraggio, per allargare il mercato». Per loro, come per l’intera Osilo, è il momento di trovare entrambi. (g.bua)