La Nuova Sardegna

Sassari

Trapianti, a Sassari è record di donazioni: 30 nel 2017

La Rianimazione dell'Aou di Sassari
La Rianimazione dell'Aou di Sassari

In Sardegna prelevati complessivamente 121 organi

11 febbraio 2018
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SASSARI. I sardi sono generosi e capaci di grandi gesti di solidarietà e altruismo. È quanto emerge dalla relazione sintetica del Centro regionale trapianti che, per il 2017, mette in rilievo l'attività di prelievo e trapianti di organi e tessuti in Sardegna. L'Aou di Sassari, con il Santissima Annunziata, è l'azienda che fa registrare nell'isola il numero maggiore di donatori segnalati: ben 30 quelli registrati nella Terapia intensiva dell'ospedale di via De Nicola. Tra reni, fegato, pancreas, cuore, polmoni e cornee, il Centro regionale registra nei presidi ospedalieri isolani un'attività di prelievo di 121 organi, dei quali 100 effettivamente trapiantati. E ancora, sono 67 i donatori segnalati e 39 i donatori effettivi. A Sassari i donatori effettivi sono 13. Di questi 7 sono donatori multiorgano.

E sempre al Santissima Annunziata, sono 33 gli organi prelevati, tra reni, fegato, cuore e polmoni. Sono 30, invece, quelli effettivamente trapiantati. Si tratta di un numero importante, in particolare per i polmoni, 4 quelli trapiantati. Un risultato raggiunto anche grazie a nuove metodiche di protezione polmonare, utilizzate durante il periodo di osservazione e assistenza al donatore. La relazione sintetica del Centro regionale trapianti, inoltre, mette in risalto l'intensa e delicata attività fatta dalle tredici Rianimazioni degli ospedali isolani. Tra queste, oltre a quella dell'ospedale dell'Aou di Sassari anche quelle dell'Azienda ospedaliera Brotzu e del San Francesco di Nuoro (Ats-Assl Nuoro), nosocomi dove sono presenti anche le tre Neurochirurgie della Sardegna. «L'attività di segnalazione e osservazione dei donatori è una delle più complesse che esistano - afferma Luigi Solinas, responsabile della Rianimazione del Santissima Annunziata - e vede operare un team multidisciplinare composto da un anestesista, un neurologo e un medico della direzione sanitaria. Un lavoro delicato, svolto nel rispetto del paziente e dei familiari».

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