La Nuova Sardegna

Sassari

Calancoi, due mesi per decidere il futuro

di Vincenzo Garofalo
Calancoi, due mesi per decidere il futuro

Il Comune sta realizzando l’ultimo dei pozzi che consentiranno i carotaggi e l’esame delle falde sotto l’ex mega discarica 

14 febbraio 2018
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SASSARI. Bisognerà aspettare ancora due mesi per sapere se l’ex discarica comunale di Calancoi sia una bomba ecologica da disinnescare al più presto, o una montagna di rifiuti da tenere semplicemente sotto osservazione.

Il Comune sta realizzando l’ultimo di sei pozzi perimetrali commissionati per monitorare la falda acquifera e poter stabilire con maggiore certezze di quelle attuali se e quanto l’ex discarica chiusa dal 1997 abbia inquinato le acque sotterrane e i terreni che si adagiano sul mancato eden della Valle dei Ciclamini, lungo la vecchia strada per Osilo.

Oltre a verificare lo stato di salute delle falde acquifere, i pozzi saranno sfruttati per eseguire dei carotaggi nel sottosuolo e analizzare anche il terreno sotto la discarica. Alla fine delle analisi le informazioni raccolte saranno vagliate dall’Arpas, e sarà il tavolo tecnico istituito con Comune, agenzia regionale e ministero dell’Ambiente, a stilare un cosiddetto “modello concettuale definitivo” sulle azioni da mettere in pratica per debellare, o perlomeno circoscrivere, l’inquinamento causato dalla collina di rifiuti già in avanzata fase di sedimentazione e fermentazione.

Palazzo Ducale ha a disposizione ancora 1 milione di euro, residuo del finanziamento di 3 milioni ottenuto dal Ministero dell’ambiente e dalla Regione, proprio per intervenire e mettere in sicurezza l’ex discarica alle porte della città.

Ieri mattina la commissione comunale Ambiente, presieduta da Giampaolo Manunta, ha effettuato un sopralluogo a Calancoi, con il vicesindaco, Fabio Pinna, e l’ingegnera Deborah Manca, funzionaria del settore Ambiente e responsabile degli interventi nell’ex discarica. È stato spiegato che con i lavori già in corso è stata messa sotto monitoraggio la discarica e sono stati fatti degli interventi primari di messa in sicurezza del sito, intercettando e raccogliendo il percolato e i gas generati dalla fermentazione dei rifiuti.

Sono state svolte anche una prima fase di analisi su terreno, acque superficiali e diversi pozzi privati della zona, nel raggio di un chilometro dalla ex discarica: i risultati dicono che è stata riscontrata la presenza di metalli pesanti come manganese, antimonio, arsenico, piombo, nichel, alluminio, in alcuni casi in concentrazioni che superano i limiti stabiliti per legge.

Con i nuovi controlli effettuati grazie ai sei ulteriori pozzi perimetrali realizzati sarà possibile delineare un quadro conoscitivo completo sulla carica inquinante della collina di rifiuti, e decidere su come intervenire.

Già nei mesi scorsi l’Arpas aveva messo in guardia il Comune sulla situazione, e il direttore, Antonio Furesi, aveva affermato: «Dal punto di vista tecnico la discarica di Calancoi, priva dei necessari presidi di tutela ambientale all’atto della sua realizzazione, costituisce oggi una sorgente primaria di contaminazione che a causa delle sue dimensioni, non potendo essere semplicemente rimossa, deve obbligatoriamente essere sottoposta a opere di messa in sicurezza permanente».

Fra due mesi, con i risultati delle nuove analisi, essendo comunque insostenibile economicamente e tecnicamente rimuovere la collina di rifiuti, sarà messo a punto proprio un piano definitivo di messa in sicurezza per evitare che l’ex discarica contamini la Valle dei ciclamini e i dintorni.

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