La Nuova Sardegna

Sassari

Notte di fuoco, bruciato furgone di un pescatore

di Gavino Masia
Notte di fuoco, bruciato furgone di un pescatore

L’attentato nella centralissima via Sassari. Polemiche per la vigilanza in città Il sistema di videosorveglianza è già finanziato ma non è stato fatto l’appalto

15 febbraio 2018
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PORTO TORRES. Nuoso assalto con la “diavolina” martedì notte nella centralissima via Sassari, all’altezza del numero civico 108, dove le fiamme hanno distrutto un furgone Fiat Ducato di proprietà di una casalinga ma utilizzato per lavoro dal figlio pescatore. Un orario insolito quello delle 23 per compiere un attentato incendiario in una zona particolarmente trafficata a tutte le ore del giorno, ma l’ipotesi del dolo appare molto concreta considerando la parte anteriore e interna dell’abitacolo del camioncino completamenti distrutti dalle fiamme. Il fuoco è infatti partito dalle gomme del furgone alimentato a gasolio - dove solitamente gli attentatori mettono l’innesco incendiario - e poi le fiamme si sono propagate in direzione della finestra dell’abitazione di fronte alla strada, danneggiando anche parte della facciata.

Sul posto sono arrivati immediatamente i vigili del fuoco del distaccamento di Porto Torres, allertati da una telefonata alla centrale operativa, e in simultanea la pattuglia del nucleo radiomobile dei carabinieri. Si tratta del quarto attentato incendiario dall’inizio dell’anno e ancora una volta in una parte della città dove ci sono numerose abitazioni che si interfacciano tra loro perché divise dalla strada. Su quella parte di via Sassari ci sono anche degli esercizi commerciali provvisti di telecamere, un supporto importante che potrebbe essere utile ai militari nel corso delle indagini. Le ultime fiamme dolose si erano verificate qualche settimana fa e nell’arco di due giorni avevano interessato la zona residenziale della C12, in via Pertini, e il quartiere di Serra Li Pozzi. Nel primo caso le fiamme avevano completamente avvolto una Lancia Ypsilon, di proprietà di un edicolante, e solo l’intervento tempestivo dei pompieri aveva evitato che il fuoco coinvolgesse altre auto. A neanche 48 ore di distanza gli specialisti della “diavolina” si erano invece spostati in via del Pero per prendere di mira una Audi 4 del giovane gestore della pizzeria ristorante “Sa Mesa”. Oltre a distruggere l’auto del ristoratore, le fiamme spinte dal vento avevano completamente distrutto anche la Fiat Stilo turbodiesel del padre. Al di là di quale possa essere il movente deviante di questi numerosi attentati alle auto dei cittadini - sgarro, vendetta o dispetto -, il problema vero è che sono insufficienti i controlli notturni in città. I carabinieri dispongono generalmente di una sola pattuglia radiomobile che deve controllare un’area vastissima del territorio di competenza e sono tra l’altro l’unica forza dell’ordine che fa servizio notturno. Una risorsa insufficiente considerando questi episodi criminosi continui ai danni delle automobili, che non hanno portato finora (a parte un unico caso ai danni delle auto di una famiglia portotorrese) nessun risultato concreto per individuare i colpevoli. Per non parlare poi dell’assenza dei controlli elettronici - su cui l’amministrazione comunale ha ottenuto 120 mila euro di finanziamento dalla Regione - dove la giunta sta ancora valutando se aderire a una convenzione Consip per la fornitura di sistemi di videosorveglianza e servizi connessi, per evitare la più lunga procedura di gara d’appalto.

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