La Nuova Sardegna

Sassari

Se l'anziano ruba per poter masticare

Eugenia Tognotti
Se l'anziano ruba per poter masticare

I furti di paste adesive e pastiglie per dentiere evidenziano la diseguaglianza nell'accesso alle cure odontoiatriche: un dramma solitario e sociale - L'OPINIONE

19 febbraio 2018
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[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.16488108:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2018/02/16/news/l-eterna-lotta-dei-market-contro-i-lupin-degli-scaffali-1.16488108]]È assai di più di un’informazione curiosa – per il retroterra che lascia intravvedere – quella contenuta nell’articolo di Luigi Soriga, pubblicato qualche giorno fa su queste colonne (“L’eterna lotta dei market contro i Lupin degli scaffali”). Nel corposo catalogo degli oggetti trafugati, con maggiore frequenza, dagli scaffali di centri commerciali di Sassari, supermercati, punti vendita di accessori di telefonia e negozi di bricolage, figurano anche, imprevedibilmente, paste adesive e pastiglie per dentiere. Un genere di prodotto che, come nessun altro, riconduce all’età e alle condizioni dei possibili “taccheggiatori”, al loro vissuto, ai bisogni che li hanno spinti a quella pratica che al tempo della contestazione, ammantata di motivazioni politiche, prendeva il nome di “esproprio proletario”. Se, quindi, strappano un sorriso la varietà, le tecniche, gli strumenti, ingegnosi, messi in campo per evitare le casse e portarsi dietro di tutto, dalle bustine di pinoli e arachidi, alle bistecche, al formaggio, ai profumi, ai caricabatterie, alle viti, agli occhiali, per citare solo alcune voci dell’impressionante campionario, spinge ad un’amara riflessione l’esproprio “igienico- sanitario” di prodotti per dentiere, adesivi e compresse per la pulizia.

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Un articolo riconducibile, sia pure approssimativamente, a una certa categoria sociale e ad una fascia di età avanzata. E che “racconta” la qualità della vita e le privazioni di tanta parte della popolazione anziana, collocata ai margini più nascosti della società, costretta a vivere con pensioni da fame o più che modeste, pesantemente penalizzata dal taglio delle risorse alle strutture pubbliche di sostegno alle forme di disagio, provata dall’ansia, dalle difficoltà del vivere, dalla solitudine. Perché il “furto” di paste adesive e altri materiali per protesi e dentiere non equivale, naturalmente, a quello di un profumo e neppure a quello della carne macinata, maldestramente infilata in tasca. Dietro, infatti, s’indovina l’esito di problemi di salute, di difficoltà nell’accesso alle cure odontoiatriche, legate alla tradizionale limitatezza dell’impegno del Servizio sanitario nazionale (Ssn) nel campo dell'assistenza in questo settore, malgrado le molteplici implicazioni di carattere sanitario e sociale, e i rischi di patologie croniche. Mentre nelle Regioni, compresa la Sardegna, esistono discipline diverse che identificano gruppi più o meno ampi di destinatari delle prestazioni. Il risultato è la realtà di forti disuguaglianze nell'accesso alle cure odontoiatriche, con un forte divario tra classi di età, reddito, condizioni di salute.

Resta, in generale, il fatto che in alcune fasce di popolazione, anche tra i non “incapienti”, le spese odontoiatriche – come hanno rilevato diversi istituti di ricerca, tra cui l’Istat – sono quelle a cui si rinuncia più di frequente, tanto che la domanda di prestazioni ha subìto un drastico calo, quantificato in un buon 17 per cento dal 2009 a oggi. Il diavolo si nasconde nei dettagli, si sa. Dietro il “furto” di paste per dentiere si stagliano questioni di enorme portata: l’invecchiamento della popolazione e il peggioramento delle condizioni di vita degli anziani; la necessità di assicurare il diritto costituzionale alla tutela della salute e l’accesso uniforme ai Lea (Livelli essenziali di assistenza; l’urgenza di risolvere le diseguaglianze regionali nell'offerta di servizi e prestazioni sanitarie, che generano squilibri, alimentano sprechi e inefficienze e pesano sulla salute delle popolazioni.

Possiamo aspettarci che nelle due settimane che rimangono, i partiti, nella più brutta e violenta campagna elettorale della storia repubblicana, abbassino i toni, accantonino la retorica xenofoba e nazionalista, per occuparsi di temi come il diritto alla salute, l’invecchiamento della popolazione, le politiche per migliorare la qualità della vita di persone costrette a vivere con una pensione da fame? Inutile sperarci in un clima elettorale all’insegna di: abbasso i programmi elettorali, evviva i tweet.
 

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