Sassari, in casa un "pizzino" con le targhe delle auto da bruciare: arrestato
Dopo un anno svolta nelle indagini sul rogo di tre vetture. L'incendiario è stato incastrato da un’impronta e da un foglietto con le indicazioni per mettere a segno un attentato
SASSARI. Dopo il raid incendiario messo a segno in via Pozzomaggiore aveva commesso due errori imperdonabili. Due banali disattenzioni - un’impronta digitale lasciata sul luogo del delitto e un foglietto con le targhe delle auto da bruciare ritrovato nella casa in cui viveva - che dopo quasi un anno di indagini lo hanno fatto finire in manette con l’accusa di incendio. Giovanni Carta, sassarese di 35 anni, diversi problemi con la giustizia alle spalle, la notte tra il 21 e il 22 aprile dello scorso anno pensava di aver fatto bene il suo “lavoro”. Un raid su commissione, un lavoretto di pochi secondi che gli era fruttato qualche decina di euro ma che a causa di quelle due disattenzioni potrebbe ora costargli una condanna fino a sette anni di reclusione. Ieri mattina i carabinieri del nucleo operativo, guidati dal maggiore Fabio Melci, gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice delle indagini preliminari, su richiesta del sostituto procuratore Giovanni Porcheddu.
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