La Nuova Sardegna

Sassari

Le grandi imprese di Giacomo Deiana alpinista sassarese travolto dal ghiaccio

Giacomo Deiana
Giacomo Deiana

Il giovane morto mentre scalava una cascata in Valle d'Aosta conquistò anche il Colmillo Sur in Patagonia, cima fino ad allora inviolata: "E' una sensazione incredibile sapere di essere stati i primi. Magari c'è chi non capirà le mie parole ma questo è il regalo più bello che potessi farmi, un privilegio che non ha prezzo"

22 febbraio 2018
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SASSARI. C'è chi ama il pallone, chi la racchetta, chi il mare. Lui ha sempre voluto di più. Giacomo Deiana, 28 anni, è morto ieri mattina 21 febbraio mentre scalava la cascata "Pattinaggio artistico" a Lillaz di Cogne, non si è mai accontentato delle cose facili. E così, dopo la maturità scientifica, aveva cominciato a viaggiare alla ricerca di nuove realtà, di culture diverse di esperienze al limite del possibile. Amava definirsi "scalatore" e non era una sbruffonata.

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«Amo il contatto con la natura - aveva raccontato in un'intervista alla Nuova Sardegna di qualche anno fa -. Sono nato in campagna e mi piace stare all'aperto. Meglio se in montagna».

Due anni fa Giacomo era riuscito in un'impresa che aveva fatto parlare il mondo dell'alpinismo. Era riuscito a scalare il Colmillo Sur, in Patagonia, e subito dopo il Cero Torre, una delle montagne più difficili dell'emisfero meridionale non tanto per l'altezza (poco più di 3.000 metri) ma perché ricca di ghiacciai. «Solo per raggiungere il campo base - aveva raccontato al rientro a casa - bisogna marciare per più di due giorni tra crepacci e percorsi ad altissimo rischio. Ma l'alpinismo è sofferenza ed emozioni. E quando sono arrivato in cima e ho piantato nella neve la bandiera dei Quattro Mori ho davvero toccato il cielo con un dito».

A Giacomo brillavano gli occhi ogni volta che si parlava di Patagonia. «La soddisfazione più grande - ripeteva - è stata quella di aver scalato una montagna vergine come il Colmillo Sur. Con picozza e scarponi tra rocce e ghiaccio al limite della sopportazione. Abbiamo aperto una nuova strada ed è una sensazione incredibile sapere di essere stati i primi. Magari c'è chi non capirà le mie parole ma questo è il regalo più bello che potessi farmi, un privilegio che non ha prezzo. Certo, ci vuole passione e tanta forza di volontà ma quando riesci nell'impresa e arrivi in cima ti senti ripagato di tutto. A me succede così».

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L'incidente durante la scalata è avvenuto alle 10 del mattino. Lui era il primo, gli altri due seguivano subito dopo, erano un amico guida e un altro che deve diventarlo. Giacomo Deiana è stato travolto da una scarica di ghiaccio. Le indagini sull'incidente sono affidate al Soccorso alpino della Guardia di finanza di Entréves, guidati dal maresciallo Delfino Vaglione. Gli investigatori hanno raccolto le prime testimonianze e stanno cercando di ricostruire la dinamica della tragedia: Giacomo Deiana non era uno sprovveduto, conosceva il rischio ma lo affrontava con una preparazione meticolosa. Studiava con attenzione gli obiettivi, sapeva che il cuore e il coraggio non bastano. I soccorsi sono arrivati rapidamente, ma tutti i tentativi di rianimarlo sono stati vani.

 

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