La Nuova Sardegna

Sassari

Burgos, poche risorse per riaprire la strada di accesso al paese

di Elena Corveddu
Burgos, poche risorse per riaprire la strada di accesso al paese

La Regione ha stanziato 550mila euro per i primi interventi  Il sindaco Salvatore Arras: «Serviranno almeno due milioni»

23 febbraio 2018
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BURGOS. I fondi per evitare il continuo franare della massa rocciosa su cui poggia il castello di Burgos sono arrivati ma non sono ancora sufficienti. Da un anno e quattro mesi è vietato passar, sia a piedi sia in auto, nel tratto tra via Roma e il centro abitato di Burgos.

La strada collega Burgos con Esporlatu e Bottidda e facilita la viabilità per la 131. «È un inevitabile disagio per noi abitanti che ogni giorno dobbiamo prendere mezzi pubblici recandoci fuori paese», è lo sfogo dei cittadini del centro goceanino che si trova a fare i conti con una viabilità più che mai difficoltosa.

Il costone roccioso fu interessato da cedimenti strutturali interni ed esterni delle muraglie lungo il versante sud ovest. I pendolari sono costretti a fare un percorso più lungo a piedi per poter prendere l’autobus di linea, così come i visitatori che, una volta lasciati i pullman turistici, devono compiere un tratto di strada a piedi per raggiungere il paese.

Il problema coinvolge però anche ai commercianti delle vie limitrofe. Come aveva denunciato il responsabile di Confartigianato Goceano Roberto Nieddu «le diverse attività artigianali e commerciali hanno subito un pesante calo del fatturato proprio a causa dell’interruzione del traffico che ha trasformato la via più importante del paese in un’area isolata».

Il sindaco Salvatore Arras ha ben presente il problema e si è già mosso: «Abbiamo presentato il problema alla Regione che ci ha concesso due finanziamenti, uno di 250 mila euro, già appaltato, e uno di 300 mila euro». I finanziamenti serviranno a creare muri di sostegno per contenere la scarpata, continuare con le indagini necessarie con droni capaci di sezionare roccia per roccia e punto per punto, il distaccamento e lo sbriciolamento del masso roccioso. «I 550 mila euro non basteranno però a risolvere il problema – spiega Arras –. Serviranno almeno due milioni di euro».

Far riaprire la strada 78 in tempi brevi è quindi fuori discussione.

«La riapertura della strada – ha aggiunto il sindaco – avverrà solamente quando il problema dello sbriciolamento del masso roccioso verrà risolto. Questo per preservare l’incolumità dei cittadini. I fondi regionali non sono sufficienti in quanto si tratta di una situazione delicata, che va a incidere in primis sul paesaggio, e quindi sulla storia millenaria dell’intera isola. Purtroppo nemmeno l’installazione di paratie metalliche servirà ad arginare la forza della natura. La forte pendenza è uno degli elementi di disturbo principale. Il progetto di studio è più complesso di quanto si pensi. Questo quindi allungherà i tempi». Il caso è arrivato proprio in questi giorni nel tavolo della Regione con una mozione urgente presentata dal capogruppo di Articolo 1 Daniele Cocco. La richiesta è quella di un maggiore sforzo e impegno da parte del presidente della Regione Francesco Pigliaru e dell’assessore ai Lavori pubblici Edoardo Balzarini per dare priorità assoluta al problema.

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